Il raffrescamento passivo degli edifici storici. Sinergia tra massa termica e ventilazione naturale
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6 2. ARCHITETTURA BIOCLIMATICA NELLA TRADIZIONE MEDITERRANEA L’architettura bioclimatica o passiva, essendo caratterizzata dal minimo ricorso a strumenti di climatizzazione meccanica, appare incentrata sulla capacità di adattamento del soggetto all’ambiente esterno. Pertanto, si può affermare che sia proprio quest’attitudine, in base alle esigenze di comfort e socio-culturali, a determinare gli elementi tipologici e tecnologici che caratterizzano un’architettura nel suo territorio. Il rapporto dell’edificio con l’ambiente esterno si esprime, principalmente, attraverso l’involucro, la geometria e l’orientamento. In merito al primo parametro, l’architettura vernacolare mediterranea spazia dalla casa ipogea, ai villaggi rupestri, che sfruttano l’inerzia termica delle pareti rocciose 15 , a soluzioni urbane “addossate” o addirittura “incastrate” con un rapporto di forma S/V minore possibile. Questa disposizione a maglia stretta, tipica dei centri urbani nordafricani, crea zone d’ombra che ricoprono le strade e i vicoli proteggendoli dalla radiazione solare. Le tinteggiature esterne sono spesso chiare, per incrementare la riflettenza delle superfici. Nel caso di elevazioni fuori terra, si prediligono muri spessi e massicci che smorzano le oscillazioni termiche diurne assorbendo l’energia solare di giorno (quando la temperatura dell’aria esterna è elevata) e restituendola durante la notte (quando la temperatura dell’aria esterna è minore per via dell’escursione termica giornaliera). L’involucro murario dei dammusi di Pantelleria, con muratura a secco nei due strati esterni e riempimento in terra e pietrisco fine (tecnica a casciata), presenta uno spessore medio di 0,80 m in grado di garantire, da solo, un accumulo termico sufficiente a ridurre le oscillazioni termiche giornaliere. A ciò si aggiunge la scarsa radiazione solare entrante dovuta alla presenza della sola porta di ingresso e di una bucatura ad essa sovrapposta (0,40 x 0,50 m). Le aperture sono orientate verso sud ma la posizione della finestra, sopra l’architrave dell’ingresso, limita l’accesso ai raggi solari più tenui. Talvolta le pareti meridionali sono intonacate con strati di calce e sabbia o calce e pomice. Alcuni studi condotti nel mese di agosto hanno mostrato valori della temperatura interna vicini ai 26 °C, con oscillazioni termiche di qualche grado fra giorno e notte 16 . Lo stesso concetto bioclimatico sta alla base della tecnica costruttiva dei trulli, in cui la grande massa lapidea, associata alla cisterna di accumulo sottostante, alla ventilazione attraverso le forature della pseudo cupola e alla finitura in calce, attenua la temperatura interna di 6÷7 °C rispetto a quella esterna estiva. Entrambe le tipologie mostrano un’attitudine alla giustapposizione di più cellule col passaggio dalla funzione di semplice riparo agricolo a quella di residenza stabile 17 (Figg. 25-28). L’Italia, in cui l’uso della pietra e del laterizio cotto prevale sulle altre tecniche costruttive, conta un considerevole patrimonio rurale in terra cruda, tipico delle zone dell’Arabia Saudita. Gli atterrati marchigiani e le pinciare o pinciaie abruzzesi ne sono un conferma. Diffusa la tecnica del pisè in Toscana e del mattone in terra cruda e paglia in Calabria e Sardegna, qui noto con il termine di ladiri 18 (Figg. 29-30). In merito alla geometria, la tradizione costruttiva del clima mediterraneo predilige forme porose, caratterizzate dalla presenza di patii e corti interne che creano zone d’ombra e favoriscono la ventilazione naturale 19 . La casa a patio fuori terra è un’evoluzione delle abitazioni ipogee appartenenti al gruppo tipologico del “patio a pozzo”; si pensi ai villaggi di Matmata, in Tunisia e agli Yaodong della Cina 15 Esempi di questa pratica si ritrovano ben oltre il confine mediterraneo: dai sassi di Matera, ai villaggi della Cappadocia, al villaggio di Mesa Verde in Colorado. 16 Cammarata G., Impianti termotecnici, Vol. 1, 2010, pp. 378-383, in pdf., passim. 17 Radi V., Cognitus, Natura, Salus: nuove relazioni tra ambiente uomo e architettura nella città di Fano, Tesi di Laurea in Architettura, Università degli Studi di Ferrara Facoltà di Architettura, a.a. 2005-2006, passim. 18 Musotto L., Insediamenti sostenibili della tradizione mediterranea. Il recupero dei saperi e delle conoscenze locali nei processi di pianificazione e progettazione contemporanea, Tesi di Dottorato in Progettazione architettonica e tecnologie innovative per la sostenibilità ambientale, Università degli Studi di Napoli Facoltà di Architettura, passim. 19 I termini “patio” e “corte” sono spesso utilizzati come sinonimi. In realtà essi hanno origine e connotazione differenti. Il patio garantisce l’illuminazione e l’aerazione della casa pur riducendo il guadagno solare: esso è caratterizzato da un’altezza superiore alle dimensioni della base e funge, quindi, da regolatore termico. La corte, viceversa, ha un’altezza inferiore rispetto alle dimensioni della base e, pertanto, è più soggetta all’irraggiamento, aumentando la sensibilità alle condizioni climatiche esterne.
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Informazioni tesi
Autore: | Noemi Salerno |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Architettura |
Corso: | Architettura |
Relatore: | Francesco Nocera |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 129 |
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