Internet e Costituzione: la responsabiltà del provider

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comunicazione di massa, a cui è doveroso aggiungere la difficoltà 
per il legislatore di legiferare in un campo minato da forti interessi 
contrapposti: il monopolio pubblico, da un lato, e gli interessi di 
aspiranti concessionari privati, dall'altro. Se tale considerazione è 
idonea a spiegare i ritardi nella disciplina del sistema radiotelevisivo, 
tanto più lo è nel caso del fenomeno in esame. Prestando attenzione 
al fatto che, i calcolatori collegati alla rete comunicano tra loro via 
telefono, lo scenario si illumina, visto che fino al 1997 le linee di 
telefonia fissa sono state gestite da un monopolio statale (la Telecom 
appunto).  
La prima ed inevitabile conseguenza di questo gap tra legislazione e 
realtà fattuale è stato e sarà che, probabilmente queste leggi, una 
volta approvate, risulteranno già superate dai fatti e bisognose di 
continui aggiustamenti. 
Il presente studio partirà dalla descrizione di Internet, come 
emergente strumento di comunicazione; ne saranno delineati i 
caratteri essenziali e i tratti salienti della sua organizzazione e dei 
soggetti che vi operano. Tutto questo per cercare di comprendere 
come, in mancanza di un supporto normativo, il fenomeno "Internet" 
possa inserirsi nell'ordinamento giuridico italiano. In particolare, 
l'attenzione verrà posta sul problema della responsabilità per i reati 
commessi a mezzo Internet, ma ciò non prima di aver illustrato la 
disciplina  degli altri mezzi di comunicazione di massa. Nel nostro 
ordinamento giuridico infatti, il paradigma di riferimento è costituito