La gestione della terapia antibiotica nell'ULSS 20 di Verona: valutazione dell'appropriatezza prescrittiva e proposta di un nuovo modello razionale e multidisciplinare di gestione.
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14 questione (Kumarasamy, Toleman, Walsh, et al., 2010). La diffusione dei ceppi di batteri Gram- negativi multiresistenti potrebbe diventare presto un problema più che rilevante, soprattutto a causa della poca conoscenza consapevolezza degli operatori, specialmente medici, verso problema, che può sfociare nella selezione indotta dagli antibiotici utilizzati in maniera scorretta negli ospedali, in particolare in soggetti che sono esposti a terapie antibiotiche prolungate, principalmente in trattamento con fluorchinoloni e antibiotici beta-lattamici, e che presentano altri fattori di rischio (comorbidità, età avanzata, altre terapie in corso). A partire dagli anni ’70 dello scorso secolo, in aggiunta, la resistenza batterica è diventata un problema anche nei confronti dei microrganismi Gram positivi, specialmente nei confronti di Streptococcus pneumoniae penicillino ed eritromicino-resistente, Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) e gli enterococchi vancomicino-resistenti (VRE), che sono patogeni rilevanti nell’ambito delle infezioni ospedaliere che interessano pazienti con comorbidità. In particolare, l’attenzione è stata posta sugli ultimi due patogeni, responsabili di gravi infezioni nosocomiali spesso resistenti non solo ai farmaci a struttura beta-lattamica ma anche ad altre classi. Questa emergenza è sfociata in un aumento tangibile del ricorso ai glicopeptidi, vancomicina e teicoplanina, nella pratica clinica (Aksoy & Unal, 2008). Solo negli ultimi anni negli Stati Uniti, si è assistito ad un aumento dal 2% al 25% di ceppi VRE: in Italia, invece, il problema non sembra ancora agli apici, ma resta il dato importante che, pur essendo rilevati relativamente raramente, le infezioni da essi provocate sono la causa di elevata mortalità, fino al 30% dei casi. La resistenza antibiotica è in misura maggiore causata dalla pressione selettiva che i farmaci causano nel momento in cui essi vengono utilizzati in modo non appropriato: l’antibiotico, infatti, concorre alla trascrizione di geni che sono responsabili dello sviluppo di resistenze, che possono poi essere trasmesse da un ceppo all’altro mediante il trasferimento di geni, con l’ausilio del materiale plasmidico, oppure con meccanismi di trasformazione e coniugazione batterica. L’avvento della resistenza, quindi, si configura come un cambiamento stabile per il batterio e trasmissibile alle successive generazioni (Dzidic, Šuškovic, & Kos, 2008; Giedraitienė, Vitkauskienė, Naginienė, & Pavilonis, 2011). La resistenza antibiotica, inoltre, può manifestarsi in altri modi, e non è da escludere il fatto che uno stesso batterio possa presentare diversi meccanismi di resistenza: il batterio può agire apportando modificazioni alla struttura molecolare dell’antibiotico nella sua parte attiva, o può provvedere alla sintesi di un enzima differente ma con la stessa funzione biologica rispetto a quello sul quale l’antibiotico andava ad agire; ancora, il batterio può procedere con la modificazione post-trascrizionale e post-traduzionale del substrato verso il quale il farmaco dimostra la sua attività, diminuendone così l’affinità e di conseguenza bloccandone l’azione diretta; mutagenesi con risultante prodotto modificato verso il quale l’antibiotico non dimostra più la capacità di agire; diminuzione della captazione del farmaco dall’esterno verso l’interno del batterio o, viceversa, aumentato efflusso dello stesso mediante pompe di flusso; un ultimo
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Informazioni tesi
Autore: | Chiara Rossi |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Farmacia |
Corso: | Farmacia |
Relatore: | Maria Cecilia Giron |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 108 |
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