La tutela della privacy nella pubblica amministrazione
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4 proprio la necessità di dilatare questo concetto al di là della dimensione strettamente individualistica in cui la sua vicenda d’origine lo ha sempre costretto. In questo senso, la nascita della privacy può essere storicamente riportata al disgregarsi della società feudale, nella quale gli individui erano tutti collegati da una complessa serie di relazioni, che si riflettevano nell’organizzazione stessa della loro vita quotidiana: l’isolamento era privilegio di pochissimi eletti o di coloro i quali, per necessità o scelta, vivevano lontani dalle comunità, mistici o monaci, pastori o banditi. Nel tempo, questa possibilità, poi, si è estesa a quanti disponevano dei mezzi materiali che consentivano loro di riprodurre, anche nell’ambiente urbano, condizioni tali da appagare il nuovo bisogno d’intimità: ed è ben noto che questo è un processo in cui intervengono molteplici fattori, dalle nuove tecniche di costruzione delle abitazioni alla separazione tra luogo in cui si vive e luogo di lavoro (la casa "privata" contrapposta all’ufficio). La privacy si configura così come una possibilità della classe borghese, che riesce a realizzarsi soprattutto grazie alle trasformazioni socio-economiche connesse alla rivoluzione industriale; sono le condizioni materiali di vita ad escludere la privacy dall’orizzonte della classe operaia. 4 Comunque, per comprendere la reale dinamica cui il concetto di privacy è legato, bisogna soprattutto considerare le diverse funzioni ad esso attribuite a seconda della cultura complessiva di ciascun gruppo interno alla borghesia. Sono state opportunamente messe in luce le diverse ispirazioni che muovevano gli stessi "padri fondatori" della privacy sul terreno giuridico, Warren e Brandeis 5 . Il primo, un conservatore di stampo tradizionale, si mostrava interessato soltanto ai privilegi dell’alta borghesia, considerando con risentimento l’azione di una stampa a caccia di scandali politici e mondani; l’altro, liberal-progressista, pur preoccupandosi della privacy delle persone più in vista, metteva 1’accento sul danno che alle minoranze intellettuali e artistiche poteva derivare da indiscrezioni giornalistiche indiscriminate che avrebbero 4 MARTINOTTI G., Controllo delle informazioni personali e sistema politico in Razionalità sociale sostiene che: "A livello sociale e istituzionale, quindi, la nascita della privacy non si presenta come la realizzazione di un’esigenza "naturale" d’ogni individuo, ma come l’acquisizione di un privilegio da parte di un gruppo. Non è un caso che gli strumenti giuridici di tutela siano prevalentemente modellati su quelli caratteristici del diritto borghese per eccellenza, la proprietà; e che esigenze analoghe a quelle fatte valere dalla borghesia sotto l’etichetta della privacy o non siano affatto riconosciute alla classe operaia o vengano più tardi realizzate attraverso strumenti giuridici completamente diversi (si pensi, ad esempio, alla tutela della personalità nella fabbrica)". 5 WARREN S. D. e BRANDEIS L. D., The right to privacy, in Harvard Law Review 1890 p. 193ss.
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Informazioni tesi
Autore: | Lorenzo Gherardi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Bergamo |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Legislazione per l'Impresa |
Relatore: | Andreis Massimo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 303 |
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