Le destre italiane e il piano Marshall
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creazione di un grande spazio economico tedesco nell’Europa Orientale, che andava ad aggiungersi al Commonwealth britannico e ad altri possibili grandi spazi come quello dell’Italia nel Mediterraneo e quello del Giappone in Asia orientale. Contro questa forma di autarchismo si batté la politica estera di Roosevelt e dei suoi più fedeli collaboratori (il consigliere personale del Presidente Harry Hopkins, il Segretario al Tesoro Morgenthau e il suo collaboratore White, il Segretario alla guerra Stimson e il vice-presidente Wallace). Frenata negli anni trenta dal Neutrality Act (un provvedimento attraverso il quale il Congresso volle ribadire nel ’35 la volontà del Paese di astenersi da impegni diretti negli affari politici mondiali), essa emerse con vigore nel corso del secondo conflitto mondiale. Una prima iniziativa di rilievo, tuttavia, era già stata presa a un anno dalla elezione di Roosevelt. Nel novembre del 1933, infatti, erano stati allacciati i rapporti diplomatici con l’Unione Sovietica, verso la quale Roosevelt diede molti segnali di disponibilità a una stretta cooperazione politica e strategica, che corrispondevano, anche se per il momento non ebbero seguito, a sue costanti aspettative di fondo circa il ruolo che l’URSS avrebbe potuto svolgere a sostegno della propria politica. (5) In tale ottica, pertanto, rientrò l’estensione all’Unione Sovietica, nel novembre del ’41, del primo provvedimento del nuovo corso della politica estera della Casa Bianca: il “Lend-Lease Act”, una disposizione legislativa che attribuiva al Presidente la facoltà di ordinare la costruzione o l’acquisto di materiale militare e civile e la sua consegna a ogni Paese la cui difesa fosse ritenuta di vitale importanza per la sicurezza degli USA, in cambio di pagamenti in moneta o in natura o di particolari vantaggi stabiliti dal Presidente stesso. La decisione di allargare a Mosca questa forma di aiuto rese evidenti i contrasti tra Roosevelt e l’entourage del Dipartimento di Stato, contrario a qualsiasi forma di concessione, non solo territoriale ma anche eventualmente economica, all’URSS, e ormai sempre più emarginato dalla elaborazione e dalla conduzione della politica estera statunitense. Riassumiamo brevemente i momenti più significativi di questa politica nel corso della seconda guerra mondiale: “Lend-Lease Act”, la “Carta Atlantica” del 14 agosto 1941, la “Dichiarazione delle Nazioni Unite” del primo gennaio 1942; il vertice di Washington del maggio del ’42 tra Roosevelt e Molotov nel quale Roosvelt prospettò per la prima volta la teoria dei “quattro gendarmi” – USA, URSS, Gran Bretagna e Cina – ai quali dovevano essere riservate le forze militari necessarie a gestire una politica internazionale volta al mantenimento dello status quo che sarebbe derivato dalla vittoria della guerra delle Nazioni Unite, e ancora la Conferenza di Teheran del novembre del ’43, dalla quale scaturì un organo interalleato, la “Commissione Consultiva Europea” (European Advisory
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Le destre italiane e il piano Marshall
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Informazioni tesi
Autore: | Vito Verdecchia |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Urbino |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | R. D'agata |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 165 |
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