Mafia e giustizia euroumanitaria. Profili di (il)legittimità dell'ergastolo ostativo

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Il ricorrente, soggetto con ruolo apicale nell’organizzazione mafiosa ha 
l’onere di provare che intende discostarsi totalmente dall’ambiente criminale 
se vuole beneficiare di una qualche misura estranea alla sanzione comminata 
dopo un giusto processo
161
. 
Lo Stato ha il compito di assicurare la certezza della pena e di farlo nel 
rispetto dei consociati che, affidandosi ad essa, rinunciano a farsi giustizia da 
soli.  La peculiarità del fenomeno mafioso e i delitti per i quali il Viola è stato 
ritenuto colpevole, meritano di esser trattati con attenzione al fine di non far 
venir meno la fiducia che la comunità ha riposto nella Legge.  
La recisione del legame con il sodalizio, è bene ricordarlo, non è stata una 
scelta volontaria del Viola ma è una conseguenza dell’attività di giustizia che 
ne ha interrotto le condotte criminose. 
Trattandosi di un’organizzazione ben conosciuta, con modalità di azione 
che ricalcano tragicamente sempre gli stessi iter nel compiere delitti, la 
normativa italiana ha dovuto compiere un bilanciamento degli interessi in 
gioco.  
Se da un lato, la rieducazione del condannato è essenziale, dall’altro la 
sicurezza, l’interesse generale e la sovversione dei principi costituzionali 
impongono delle precauzioni più che ragionevoli.  
Il combinato disposto tra gli artt. 4 bis e 58 ter ord. pen. lungi dal voler 
attribuire una «presunzione inconfutabile di pericolosità»
162
 al detenuto, ben 
potendo essere, per usare le medesime parole della Corte, «confutata»
163
. 
La prospettiva di rilascio, concretizzata anche con la previsione della 
Grazia da parte del Presidente della Repubblica, rimane una possibilità 
 
161
 Il principio del “giusto processo” previsto dall’art. 111 Cost., trova espressa tutela anche 
all’art. 6 CEDU. Cfr. A. DE FRANCESCO, Il principio del contradittorio nella formazione della prova 
nella Costituzione italiana, Milano, Giuffrè, 2005, pp. 150 – 151 ss.; M. MANZIN, Del 
contraddittorio come principio e come metodo, in Audiatur et altera pars. Il contraddittorio fra 
principio e regola, (a cura di) M. MANZIN – F. PUPPO, Milano, Giuffrè, 2008, p. 3 ss. 
162
 Corte EDU, sentenza Viola c. Italia, cit. paragrafi 127 e ss. 
163
 Ibidem