Presenza e attività degli italiani a Canton dalla prima guerra dell'Oppio al trattato di commercio e navigazione del 1866
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7 continuava a variare a seconda della domanda 18 , senza contare che il negativo bilancio commerciale cinese rendeva l’argento sempre più difficile da reperire e per questo più caro. Dopo il fallimento del primo divieto imposto al commercio di oppio nel 1796, all’interno della corte Qing tutte le possibili soluzioni furono esplorate: dal 1836 al 1838 un dibattito che univa mandarini locali e alti funzionari del governo centrale, spaccò in due la corte Qing: da un lato si delineava infatti un partito di moderati, che suggeriva di legalizzare il commercio di oppio barattandolo eventualmente con merci cinesi anziché con l’argento, e dall’altra un gruppo di intransigenti, che invece optava per la linea dura. L’imperatore Daoguang 19 convenne che limitarsi a vendere la droga straniera non avrebbe però risolto il problema della dipendenza ed acconsentì nel 1839 a promulgare un decreto imperiale di trentanove articoli, in cui si inasprivano decisamente le pene contro il traffico ed il consumo di oppio, includendo la pena di morte 20 . Intanto nel 1838 Daoguang aveva anche provveduto ad inviare a Canton il commissario imperiale straordinario Lin Zexu 21 , per sovrintendere all’applicazione delle nuove norme. Confuciano rigoroso ma non eccessivamente tradizionalista, e con una lunga esperienza di governatore generale alle spalle, la sua strategia di contrasto alla diffusione dell’oppio imponeva un attacco simultaneo su tre fronti: i consumatori dovevano essere scoraggiati da pene severe ed reintegrati dopo un periodo di cure mediche; i trafficanti cinesi dovevano essere controllati e puniti fino al completo dissolvimento della intera rete di contrabbando nazionale; i fornitori stranieri, infine, dovevano essere fronteggiati attraverso la confisca delle loro partite di droga e con la firma di certificati che li obbligavano alla buona condotta. I primi due obbiettivi furono facilmente raggiunti e ovviamente all’abbassamento della domanda corrispose una maggiore difficoltà da parte dei mercanti stranieri di vendere la merce, anche a basso prezzo. La strategia di Lin stava avendo successo, ma il suo scopo restava quello di annientare del tutto il business degli Europei. D’altro canto l’Inghilterra, la principale antagonista della battaglia di Lin, era troppo allettata dalle sconfinate possibilità 18 Vista la totale assenza di controlli governativi, anche lo scambio di 1000 monete di rame per un solo tael (oncia) d’argento continuava a subire delle costanti variazioni, determinando un continuo aumento delle tasse. 19 道光帝, (1782 – 1850). 20 BASTID M.,CHESNAUX J., La Cina. Dalle guerre dell'oppio al conflitto franco-cinese 1840-1895, Torino Einaudi, 1974, vol.1, p.79. 21 林则徐 1785-1850.
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Presenza e attività degli italiani a Canton dalla prima guerra dell'Oppio al trattato di commercio e navigazione del 1866
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Informazioni tesi
Autore: | Giulia Falato |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Studi Orientali |
Corso: | Lingue e letteratura afroasiatiche |
Relatore: | Federico Masini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 91 |
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