Profarmaci polimerici per rilascio sito specifico
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Introduzione La progettazione di forme farmaceutiche tempo dipendenti deve tenere in considerazione il normale tempo di transito del materiale nel tratto gastro-intestinale: il passaggio è molto veloce nella bocca e nell’esofago; nello stomaco varia dalle 2 ore circa fino ad un massimo di 10 ore 20 . Le variazioni nel tempo di permanenza in questo distretto influenzano il tempo d’arrivo al colon e non possono essere accuratamente previste. Il periodo di transito nell’intestino tenue è invece piuttosto costante e dura dalle 3 alle 4 ore 21 a prescindere da diverse condizioni quali lo stato fisico, la dimensione della forma farmaceutica 22,23 ; nel colon infine il trasporto è molto più lento. Vi sono però fattori che possono influenzare il tempo di transito a questo livello quali il cibo 24 , lo stress 25 , l’età, stati morbosi come irritazione della mucosa o quelli che si risolvono in diarrea o stipsi nonché farmaci che agiscono sul sistema nervoso parasimpatico o simpatico andando ad influenzare l’attività motoria propulsiva (peristaltica) 26 . Questi elementi limitano l’utilizzo di queste formulazioni tempo dipendenti. La prima formulazione di questo tipo fu il Pulsincap® 27 . Esso è costituito da una capsula metà della quale è gastroresistente e l’altra metà non è degradabile. Il rivestimento enterico si dissolve nell’intestino tenue liberando un tappo di idrogele costituito da un polimero reticolato di polietileneossido e poliuretano che sigilla la parte non degradabile della capsula. L’idrogele una volta liberatosi si rigonfia raggiungendo dimensioni che ne permettono l’espulsione; si apre così la via d’uscita del farmaco. 5. Un’altra strategia di rilascio sito specifico largamente usata si basa sull’utilizzo di polimeri degradabili dagli enzimi prodotti dalla flora del grande intestino 28 . Tali polimeri sono utilizzati per la creazione di profarmaci che in questo caso sono legati covalentemente al principio attivo mediante un legame riconosciuto da enzimi specifici della porzione colica, o per la formazione di coating, idrogeli e matrici. In alcuni studi 29,30 è stato valutato il rilascio di insulina e vasopressina nel colon di ratti e cani in seguito alla somministrazione di forme orali rivestite con copolimeri di stirene e idrossietilmetacrilato (HEMA), incrociati con 4,4-divinilazobenzene e N,N¹-bis-(β-stirene sulfonile)-4,4- diaminoazobenzene. Questi sistemi hanno però evidenziato una notevole variabilità legata probabilmente alla scarsa idrofilia dei polimeri che così risulterebbero poco accessibili all’attacco enzimatico. Il merito dell’approfondimento a questo riguardo va a Van Den Mooter e collaboratori 31-34 che dimostrarono la necessità di un opportuno grado di idrofilia e rigonfiabilità per permettere la degradazione del polimero entro un tempo compatibile con le caratteristiche richieste per questo tipo di formulazione. Lo svantaggio legato all’utilizzo di questi polimeri risiede nella lentezza della loro degradazione, spesso incompleta e irregolare e nella mancanza di studi conclusivi sulla loro 12
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Informazioni tesi
Autore: | Carla Cognolato |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Farmacia |
Corso: | Chimica e Tecnologia Farmaceutiche |
Relatore: | Maria Veronese Francesco |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 76 |
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