Progettazione dei sottosistemi propulsivo, estrattivo e campionatore di una sonda per l'esplorazione del sottosuolo marziano
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Introduzione 3 Figura(1.3): Mariner 9: Immagine del labirintico estremo Ovest delle Valles Marineris, 400Km centrati a 6°S, 105°W. Si notino le catene di crateri e le mesas. romantica visione lowelliana. Queste teorie e quella fascinazione però, contribuirono insieme, il 14 luglio 1965, a cambiare la nostra percezione del pianeta rosso: la prima sonda umana, Mariner 4, effettuò il primo passaggio ravvicinato nei pressi del quarto pianeta del sistema solare. 1.1.1 Missioni robotiche su Marte e la ricerca della vita Il 14 luglio 1965 la sonda statunitense Mariner 4 passò a 9850 Km dalla superficie di Marte, scattando una ventina di foto ed effettuando misure dell’atmosfera. Le immagini inviate a terra furono sconvolgenti: raffiguravano la superficie di un pianeta deserto, piena di crateri come quella lunare, un pianeta privo di vita e immutato da milioni di anni. Le misure dell’atmosfera confermavano poi la visione di un Marte assai dissimile dalla Terra: la pressione atmosferica risultava compresa tra 4 e 6 millibar, dovuta al 95% all’anidride carbonica. Le due missioni successive, Mariner 6 e 7, progettate anch’esse come “flyby”, passarono molto più vicino al pianeta (a 3500 Km) e portarono la copertura di Marte al 10% dal 1% di Mariner 4, con una qualità assai superiore. Le misure di temperatura e pressione, concordi con quelle della missione precedente, confermarono il sospetto che le calotte polari fossero composte, per la quasi totalità, da anidride carbonica. Dalle tre missioni uscì una rappresentazione di Marte molto simile alla Luna, tutto crateri e desolazione, senza nessuna delle fantastiche caratteristiche evocate da Lowell. Da un estremo all’altro, anche questa idea di Marte era sbagliata: per pura sfortuna, nello scandagliare l’emisfero meridionale (in ogni modo il più ricco di crateri), le sonde avevano fotografato un decimo della superficie ma avevano mancato tutte le strutture più spettacolari del paesaggio marziano come gli imponenti vulcani, i profondi canyon e i letti asciutti di fiumi, laghi e mari. Nell’opposizione successiva, nel 1971, grazie all’ultima missione della serie Mariner, la 9, si iniziò ad intuire la verità sul pianeta rosso. Mariner 9, il 10 novembre 1971, entrò in orbita attorno a Marte con un’inclinazione di 65° a 1350 Km dalla superficie e si spense attendendo la fine di un’enorme tempesta di polvere che oscurava la superficie (la Grande Tempesta coprì tutto il pianeta da ottobre a dicembre con una coltre di polvere fittissima). Le sonde sovietiche arrivate nello stesso momento, bloccate da una rigida programmazione, videro la loro missione fallire completamente. Dall’inizio dell’anno fino al 27 ottobre 1972 Mariner 9 scattò 7239 fotografie mappando il pianeta, specialmente nella fascia compresa tra 25°N e 65°S. Figura(1.2): Mariner 4: immagine del Mariner Crater (35°S 164°W), da 12600Km di distanza
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Progettazione dei sottosistemi propulsivo, estrattivo e campionatore di una sonda per l'esplorazione del sottosuolo marziano
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Informazioni tesi
Autore: | Riccardo Nadalini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Politecnico di Milano |
Facoltà: | Ingegneria |
Corso: | Ingegneria Aerospaziale |
Relatore: | Franco Bernelli Zazzera |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 146 |
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