Spopolamento montano nel cuneese: nascita e sviluppo del fenomeno

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Introduzione 
 
 
 
Il presente elaborato è frutto di una accurata ricerca su un fenomeno che ha 
caratterizzato, e che tutt’ora caratterizza, il nostro territorio. Con questa tesi ho voluto 
trattare una problematica che riguardasse da vicino la nostra provincia, mettendola in 
relazione con il resto d’Italia. L’argomento trattato è lo spopolamento montano 
dall’unità d’Italia fino ai giorni nostri, con tutte le varie sfumature e scenari che lo 
hanno caratterizzano. Ogni sfaccettatura sarà osservata da un punto di vista storico ed 
economico, verranno infatti valutate le conseguenze che il fenomeno ha avuto 
sull’economia locale in relazione ai diversi periodi storici che verranno via via studiati. 
Si è scelto di partire dall’Unità d’Italia in modo da avere un quadro piø chiaro della 
situazione italiana, per poter confrontare la realtà cuneese con quella nazionale. Si è poi 
proseguito con un capitolo che riguardava il periodo tra le due guerre mondiali fino a 
metà del ‘900, un terzo  che, invece, osservava il periodo del cosiddetto Boom 
economico ed infine un quarto capitolo riguardante l’ultimo cinquantennio, ovvero dagli 
anni sessanta fino al giorno d’oggi.  
Per non segmentare lo studio e cadere in banali conclusioni era però opportuno che le 
varie situazioni demografiche venissero poste in relazione innanzitutto agli ambienti 
d’origine e poi a sua volta incastrate nel contesto storico di appartenenza. 
Le conclusioni raggiunte hanno permesso di stabilire, nell’ambito dell’annoso problema 
dello spopolamento montano, alcuni punti d’orientamento che rappresentano la base per 
lo studio di azioni pratiche e risolutorie come ad esempio l’introduzione di colture 
specializzate o miglioramento delle vie di comunicazione al fine di ridurre la distanza 
temporale e spaziale dal resto della provincia e dai “distretti industriali” siccome 
l’industrializzazione per evidenti motivi non può toccare la montagna.
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Abbiamo posto particolare attenzione su tutto quello che concerne l’industria nel 
cuneese, cercando di mostrarne l’andamento e la crescita nel corso degli anni anche in 
relazione a quello che avveniva nel resto d’Italia e d’Europa. Tutto ciò ha permesso di 
valutare l’importanza che hanno avuto l’industrializzazione e il conseguente urbanesimo 
sulle dimensioni del problema trattato, infatti, come si osserverà, i due fenomeni 
risultano direttamente proporzionali, all’aumentare del tasso di industrializzazione della 
provincia, con conseguente aumento del reddito procapite, si osserverà un crescente 
flusso migratorio verso i maggiori centri urbani della pianura e, in tono minore, verso i 
comuni delle fasce pedemontane. 
Attualmente, la montagna italiana sta vivendo una fase di deruralizzazione: l’abbandono 
delle aree marginali, l’ampliamento dei centri abitati di fondovalle, l’estensione degli 
insediamenti di alta quota dovuta alla diffusione del turismo, il mancato utilizzo della 
rete viaria minore o la sua riconversione a uso turistico e, ancora, il declino delle attività 
tradizionali, l’omologazione degli stili di vita, la morfologia del territorio, la rottura del 
legame risorse locali-popolamento, sono anche questi tutti fenomeni che hanno portato 
alla destrutturazione dei sistemi economici, sociali e culturali tipici delle aree montuose. 
Vari sono stati i motivi che mi hanno portato a compiere questa ricerca sullo 
spopolamento delle vallate nel cuneese, innanzitutto, la circostanza principale è che 
questo problema è molto presente nella provincia, essendo per il 30% ricoperta da zone 
montuose. In secondo luogo, ho trovato molto interessante studiare come si è andata a 
definire l’organizzazione del territorio nel corso dei secoli, in modo da poter, 
eventualmente, mettere in luce quelli che potrebbero essere i rimedi per far si che ampie 
porzioni di territorio non vengano distrutte dalla deruralizzazione ma che anzi vengano 
aiutate e valorizzate. 
Di fronte ad un fenomeno così radicato nel tempo ed esteso nello spazio, ma soprattutto 
così variegato nelle sue sfaccettature, manca forse una chiara consapevolezza dei suoi
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numerosi risvolti problematici, l’attenzione rivolta ad esso ha spesso lasciato a 
desiderare e gli interventi compiuti si sono spesso rivelati incompleti, vuoi per interessi 
politici, economici o di natura ecologica. L’intento è quindi di offrire un quadro il piø 
possibile ampio del fenomeno dal punto di vista territoriale con tutte le cause e gli 
effetti connessi, al fine di orientare le azioni cui ho accennato precedentemente. 
PerchØ tutto ciò potesse concretizzarsi ho inserito dati statistici riassunti in diverse 
modalità (tabelle e grafici) ed estrapolati da altre ricerche e convegni sulla nostra 
economia montana, e in particolare sull’andamento demografico. 
Il territorio di Cuneo, emarginato per lungo tempo dallo sviluppo economico dell’Italia 
nord-occidentale ma non solo, ha saputo trovare nell’ultimo periodo motivi di risveglio 
industriale e di non trascurabili evoluzioni economiche. E’ inevitabile, quindi, che uno 
studio sull’evoluzione industriale nel cuneese abbia riguardato anche l’evoluzione degli 
assetti urbani che vi sono strettamente collegati e, in una piø ampia visione, 
l’organizzazione territoriale con le sue evoluzioni, spontanee e volontarie.