Un nuovo strumento per la pianificazione in Lombardia - La perequazione a Darfo Boario Terme
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spesso i servizi sono ai minimi termini, date le scarsità finanziarie delle Amministrazioni Comunali. Un primo tentativo di rimediare alla situazione che si stava creando è stato l’emanazione della Legge n.765/1967, “Modifiche ed integrazioni alla Legge Urbanistica 17 agosto 1942. n.1150”, la cosiddetta “legge ponte”, perché doveva fungere da passaggio verso una vera e propria riforma urbanistica, che non c’è stata. Uno degli scopi di questa legge è quello di creare precisi “ rapporti tra spazi destinati a insediamenti residenziali e produttivi (attività private) e spazi pubblici o riservati ad attività collettive, a verde pubblico o a parcheggio”. Stiamo naturalmente parlando dei cosiddetti “standard urbanistici” che sono poi quantificati nel DM. 1444 dell’anno successivo all’entrata in vigore della legge. Questo decreto fissa per le zone residenziali un minimo di aree per servizi pari a 18 mq/ab, suddivisi in questo modo: 4,5 mq/ab per l’istruzione inferiore (compreso l’asilo), 2,0 mq/ab per le attrezzature d’interesse comune (chiese, attrezzature sociali, sanitarie, ecc), 9,0 mq/ab per il verde pubblico e attrezzato, 2,5 mq/ab per i parcheggi. Nelle zone A e B le aree già esistenti si possono computare al doppio, considerate le oggettive difficoltà di reperimento. E’ prevista un’ulteriore quota di 17,5 mq/ab per le attrezzature d’interesse generale, così suddivise: 1,5 mq/ab per l’istruzione superiore (esclusa l’università), 1,0 mq/ab per le attrezzature sanitarie e ospedaliere, 15 mq/ab per i parchi urbani e territoriali. Nel decreto sono contenute anche delle quantità di servizi per le aree industriali e commerciali. Lo scopo della Legge n.765/1967 e del decreto successivo è quello, ovviamente, di garantire una dotazione minima di servizi per assicurare un rapporto più equilibrato tra destinazioni private e pubbliche. Questo decreto introduce anche le cosiddette “zone omogenee” (tra cui le già citate zona A e B), e fissa dei limiti precisi all’edificazione; le zone sono le seguenti: A - centri storici; B – altre aree edificate; C - zone destinate alla nuova edificazione; D – nuove zone industriali; E - zone agricole; F - zone destinate ad attrezzature ed impianti di interesse collettivo. Per ogni zona sono stati individuati gli standard per attività collettive, verde pubblico, parcheggi, limiti di distanze, altezza e densità. 24
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Informazioni tesi
Autore: | Michela Pelamatti |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Politecnico di Milano |
Facoltà: | Architettura |
Corso: | Architettura |
Relatore: | Annapaola Canevari |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 212 |
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