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Privacy e Pubblica Amministrazione

Che cosa è la privacy?

La privacy ha la curiosa caratteristica di essere uno tra i diritti più difficili da definire, Alan Westin scrisse che:
“Privacy è la rivendicazione, da parte di individui, gruppi o istituzioni, del diritto di determinare da sé quanto, come ed in che misura l’informazione su se stessi sia comunicata ad altri. Vista in termini di relazione dell’individuo rispetto alla partecipazione sociale, la privacy è il temporaneo distacco di una persona dalla società in generale attraverso mezzi fisici o psicologici, sia in uno stato di solitudine che nell’intimità di un piccolo gruppo o, nel caso di gruppi più grandi, in una condizione di anonimia o riservatezza. [...]”
Dalle parole sopra riportate si ricava che la privacy è dunque il potere (o il diritto) del singolo individuo di avere il controllo sulle informazioni che gli appartengono. Ma quando un’informazione può essere definita tale? Si potrebbe rispondere: quando la stessa è capace di descrivere, raccontare in modo veritiero alcuni particolari di un certo individuo.
Un’informazione, infatti, per sua stessa natura non può appartenere ad alcuno: essa è un veicolo, e null’altro.
La stessa descrizione di un evento atmosferico non contiene in sé alcuna traccia di tale evento fisico, ma veicola, appunto, il conoscere da un individuo all’altro.
Oggi, il problema non è quello di adeguare una nozione nata in altri tempi ad una situazione profondamente mutata, rispettandone le ragioni e la logica d’origine; volendo decifrare il dibattito in corso, infatti, ci si accorge che in esso non si riflette soltanto il classico tema della difesa della sfera privata contro le invasioni dall’esterno, ma si realizza un importante cambiamento qualitativo, che spinge a considerare i problemi della privacy nell’ambito dell’attuale organizzazione del potere, di cui appunto l’infrastruttura informativa rappresenta ormai una delle componenti fondamentali.
Partendo da tali premesse che ci sembravano doverose, abbiamo cercato di analizzare il fenomeno privacy cercando di mettere a fuoco con occhio critico il rapporto tra questa e la pubblica amministrazione.

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6 INTRODUZIONE Che cosa è la privacy? La privacy ha la curiosa caratteristica di essere uno tra i diritti più difficili da definire, Alan Westin scrisse che: “Privacy è la rivendicazione, da parte di individui, gruppi o istituzioni, del diritto di determinare da sé quanto, come ed in che misura l’informazione su se stessi sia comunicata ad altri. Vista in termini di relazione dell’individuo rispetto alla partecipazione sociale, la privacy è il temporaneo distacco di una persona dalla società in generale attraverso mezzi fisici o psicologici, sia in uno stato di solitudine che nell’intimità di un piccolo gruppo o, nel caso di gruppi più grandi, in una condizione di anonimia o riservatezza. [...]” 1 Dalle parole sopra riportate si ricava che la privacy è dunque il potere (o il diritto) del singolo individuo di avere il controllo sulle informazioni che gli appartengono. Ma quando un’informazione può essere definita tale? Si potrebbe rispondere: quando la stessa è capace di descrivere, raccontare in modo veritiero alcuni particolari di un certo individuo. Un’informazione, infatti, per sua stessa natura non può appartenere ad alcuno: essa è un veicolo, e null’altro. 1 A. Westin, Privacy and freedom, Atheneum, N.Y., 1967, p. 7

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Informazioni tesi

  Autore: Armando Grandinetti
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Elvira Autorino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 188

FAQ

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