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Problemi e metodo compositivo per la progettazione di un ''Teatro Ideale''

Cinque anni fa conobbi una ragazza che studiava recitazione in una Scuola di teatro romana. Da quel momento iniziai a frequentare con una certa assiduità i teatri di Roma, avendo modo di assistere a rappresentazioni di vario genere.
Mi resi conto che tutti gli spettacoli cui assistevo erano costretti in una modalità percettiva fissa, che prevedeva un’unica direzione dello sguardo e un unico luogo destinato all’azione scenica. E notai come fosse la tipologia stessa dei teatri in cui queste rappresentazioni avevano luogo a costringere gli spettacoli a rispettare tale modalità.
Avendo da tempo deciso che il mio Relatore sarebbe stato il prof. Carpenzano, con cui avevo sostenuto l’esame di Progettazione Architettonica 2 e di cui conoscevo la proficua esperienza come scenografo nell’ambito del gruppo ALTROEQUIPE, decisi di affrontare questo argomento nella mia Tesi di Laurea.

Ben presto nel corso degli studi sul tema emerse che le mie ingenue considerazioni erano state condivise e affrontate con ben altro spessore da tutti i maggiori riformatori del Teatro del Novecento. Registi, architetti, scenografi e artisti in generale, tutti concordavano sulla necessità di rompere lo schema pressoché immobile da migliaia di anni.
Vi riuscirono, ma come spesso accade nell’Arte il canone continuò a prevalere, ed il Teatro Contemporaneo fu presto relegato a una dimensione di nicchia dalla quale solo sporadicamente è uscito.

Con la mia Tesi ho tentato di raccogliere l’eredità delle innovazioni (e in alcuni casi delle rivoluzioni) introdotte dal Teatro del Novecento, proponendo un suo possibile esito che riuscisse a ripercorrere quella distanza che, come ogni atto rivoluzionario, si era creata con ciò che lo precedeva, in particolare restituendo al Teatro un suo spazio dedicato, al completo servizio dell’opera e non viceversa.
Itinerante, perchè possa viaggiare alla stregua di un circo insieme all’opera stessa e alla Compagnia che la rappresenta.
Iconico, perchè con la sua presenza effimera dovrà qualificare i luoghi che lo accoglieranno.
Poetico, perchè dovrà celebrare una caratteristica innata nell’Uomo, quella della recitazione.

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Balducci
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Architettura
  Corso: Architettura 5 UE
  Relatore: Orazio Carpenzano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 101

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