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Fenomenologia della serialità contemporanea: studio sul ruolo dei “teen drama” nella costruzione dell'identità giovanile

Viviamo in un mondo iper-connesso, costantemente collegati grazie a tecnologie sempre più avanzate che, tra le altre cose, ci permettono di fruire liberamente di informazioni e intrattenimento, quando e dove vogliamo. Negli ultimi anni abbiamo, infatti, assistito a una evoluzione tecnologica che ha di fatto influito sui media e sul modo di fare informazione e intrattenimento.
Con un pubblico sempre più attento, cambia la figura dello spettatore che si trasforma da passivo ad attivo: stiamo vivendo l'era della convergenza dei media che, come fenomeno culturale, conferisce una nuova centralità agli utenti, che diventano parte di una vera e propria comunità, costituendo il segmento di pubblico più attivo, rifiutandosi di accettare passivamente i contenuti proposti e sfruttando appieno il diritto di partecipazione.
Il computer, lo smartphone, il tablet sono oggi medium interattivi e il web diventa uno spazio partecipativo. È in questo contesto che prende piede la narrazione transmediale: nella società della modernità liquida di Bauman, la transmedialità è riuscita a stare al passo dello spettatore, nomade e desideroso di essere stupito, alla ricerca costante di nuovi stimoli che possano catturare la sua attenzione.
I nuovi metodi di fruizione dei contenuti di intrattenimento, tramite servizi streaming ed on demand, hanno portato a una fiorente produzione di prodotti seriali, creando un vero e proprio fenomeno legato alle serie tv. Chi sceglie questi contenuti di intrattenimento, infatti, si sgancia dai palinsesti rigidi che caratterizzano le programmazioni televisive, e sceglie, in piena libertà quando e dove mettersi di fronte allo schermo, in un contesto decisamente più fluido rispetto allo schema ingessato dello slot televisivo.
Negli ultimi anni, infatti, le serie tv "si sono rivelate capaci di incorporare al loro interno forme linguistiche e temi che costituiscono il riflesso delle nuove esigenze spettatoriali, delle nuove modalità di fruizione e delle contraddizioni della società che le produce".
Intrappolato in una quotidianità spesso monotona e ripetitiva, lo spettatore, si affida alla rappresentazione del reale che gli offre la serie tv che, pur raccontando la finzione riesce a stimolare desideri e pulsioni in chi la guarda.
Le serie tv suscitano emozioni, modificano la morale, condizionano le giovani menti: l'elaborato si propone, dunque, di analizzare il loro impatto sullo spettatore, in particolar modo sulle nuove generazioni, e di come esse abbiano contribuito a rendere la generazione Z più aperta riguardo la libertà di espressione e di pensiero.
Oggi, infatti, le serie tv hanno assunto una rilevanza tale da rappresentare lo specchio della società, diventando il modello narrativo prediletto dai più giovani: hanno una potenza narrativa non indifferente e, con una vastissima varietà di argomenti trattati, alzano il livello di partecipazione e immedesimazione nello spettatore, suscitando in alcuni casi lo spirito emulativo.
Attorno alle serie tv più amate sono nati dei veri e propri fenomeni sociali, pensiamo ad esempio alla "Casa di carta" che ha introdotto una simbologia ormai riconoscibile in tutto il mondo: tute rosse e maschere di Dalì accompagnate dall'inno "Bella ciao".
Il racconto frammentario di una storia, la componente psicosociale dei personaggi e la convergenza dei social media contribuiscono all'immersione dello spettatore nella finzione e contemporaneamente all'emersione della finzione nella realtà. In alcuni casi viene creato un rapporto di interazione con i fan, creando ad esempio negozi temporanei dove si vende lo stesso cibo consumato dai protagonisti della serie tv. Espediente redditizio che non è sfuggito al reparto marketing di "Breaking Bad", che ha disseminato punti di ristorazione temporanei in Italia per permettere ai fan più accaniti della serie di consumare le stesse pietanze consumate dai loro personaggi preferiti.
Questo contatto surrealmente diretto con il pubblico rende lo scambio tra realtà e finzione un confine sottile; gli effetti delle serie tv sugli spettatori possono essere positivi, in molti casi come vedremo addirittura educativi e formativi, ma a seconda della morale dei personaggi e del processo di identificazione che si innesca nello spettatore, si rischia di incentivare atteggiamenti di emulazione pericolosi.
Ci proponiamo dunque di fare chiarezza sul possibile fine educativo di una serie tv, e di come la potenza dei messaggi inseriti all'interno delle storie narrate con una cruda rappresentazione del reale possano influenzare il pubblico.

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3 Introduzione Viviamo in un mondo iper-connesso, costantemente collegati grazie a tecnologie sempre più avanzate che, tra le altre cose, ci permettono di fruire liberamente di informazioni e intrattenimento, quando e dove vogliamo. Negli ultimi anni abbiamo, infatti, assistito a una evoluzione tecnologica che ha di fatto influito sui media e sul modo di fare informazione e intrattenimento. Con un pubblico sempre più attento, cambia la figura dello spettatore che si trasforma da passivo ad attivo: stiamo vivendo l’era della convergenza 1 dei media che, come fenomeno culturale, conferisce una nuova centralità agli utenti, che diventano parte di una vera e propria comunità, costituendo il segmento di pubblico più attivo, rifiutandosi di accettare passivamente i contenuti proposti e sfruttando appieno il diritto di partecipazione. Il computer, lo smartphone, il tablet sono oggi medium interattivi e il web diventa uno spazio partecipativo. È in questo contesto che prende piede la narrazione transmediale 2 : nella società della modernità liquida di Bauman 3 , la transmedialità 4 è riuscita a stare al passo dello 1 Per convergenza si intende la definizione data da Henry Jenkins, che fa riferimento al modo in cui interagiscono media e utenti tra loro. Questo è reso possibile grazie alla tecnologia digitale che permette all'utente di poter ampliare l’universo del medium che si sta guardando in altri mezzi di comunicazione, favorendo l’interazione tra l’utente e la narrazione transmediale. 2 Narrazione transmediale (inglese Transmedia storytelling, transmedia narrative, multiplatform storytelling) come la definisce Henry Jenkins nel suo testo Cultura convergente, è una forma narrativa che, muovendosi attraverso diversi tipi di media, contribuisce a perfezionare ed integrare l'esperienza dell'utente con nuove e distinte informazioni. 3 Z. Baumann, Modernità liquida, Laterza, 2003. Modernità liquida, del sociologo polacco Zygmunt Bauman, è un testo interessante che propone un’analisi chiara e puntuale dei cambiamenti che stanno attraversando le nostre società all’inizio del nuovo secolo. 4 H. Jenkins, Convergence Culture: Where Old and New Media Collide, 2006. Transmediale, come prodotto, storia, contenuto, servizio capace di viaggiare tra più piattaforme distributive e di incarnarsi su media differenti secondo le regole della convergenza. In riferimento, poi, alla definizione di transmedia storytelling di Henry Jenkis, sottolinea la capacità del prodotto, storia, contenuto, servizio di aggiungere brandelli di senso e narrazione a ogni sua incarnazione sulle diverse piattaforme.

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Informazioni tesi

  Autore: Ambra Noemi Coccomini
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2019-20
  Università: Università Telematica Pegaso
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze pedagogiche
  Relatore: Livio Chidichimo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 130

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Parole chiave

dipendenza
nuovi media
serie tv
social media
modernità liquida
teen drama
suicidio giovanile
convergenza dei media
being watching
serialità contemporanea

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