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Valutazione e gestione del rischio amianto nelle strutture edilizie

L’elaborato illustra le modalità di valutazione e gestione del rischio amianto nelle strutture edilizie. Si introduce l’argomento inquandramento la pericolosità dell’amianto, la sua diffusione e gli obblighi normativi derivanti dalla legge 257/92 e dal DM 06/09/1994 alla luce inoltre degli articoli che vanno dal 246 al 260 del D.Lgs 81/08.
La valutazione del rischio amianto necessita di un’individuazione preliminare che dovrà essere effettuata attraverso l’attività di censimento dei Materiali Contenenti Amianto (MCA) nell’edificio alla quale seguirà, se saranno individuati MCA, l’attività di valutazione del rischio attraverso gli indici di rischio creati da organismi internazionali, enti regionali e sanitari. La fase di gestione del rischio avviene con la redazione del Piano di Controllo e Manutenzione (PCM) da parte del Responsabile Amianto incaricato dalla proprietà o dal datore di lavoro.
La tesi si conclude con una descrizione sintetica delle metodologie di bonifica che potranno essere indicati dagli esiti della valutazione dei rischi precedentemente predisposta.

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1 Introduzione L’amianto (o asbesto) dal latino amiantus, cioè incorruttibile, proprio dalla sua stessa etimologia si presenta come un materiale con incredibili proprietà di resistenza in primis alle elevate temperature, al fuoco, alla trazione, all’aggressione di agenti chimici e biologici. Inoltre possiede buone caratteristiche di isolamento termico, acustico ed elettrico. Proprio per queste sue formidabili caratteristiche ha accompagnato il boom industriale del secolo scorso e tuttora è ancora utilizzato in molti paesi. Venne impiegato in molteplici settori quali l’edilizia, i trasporti ferroviari, la produzione tessile, la produzione di strumenti tecnologici, la produzione di corde, in campo militare e persino come filtro per le sigarette e questo è solo un elenco di massima dei suoi innumerevoli usi, elenco che viene aggiornato quotidinamente da nuove scoperte ed analisi. L’amianto purtroppo però non ha soltanto dei pregi ma anche dei difetti, difetti molti gravi perché riguardano direttamente la salute delle persone che ne vengono a contatto. Che tipo di contatto? Essenzialmente la pericolosità dell’amianto è legata all’inalazione delle fibre sottili che lo compongono che a causa di azioni meccaniche, fisiche, chimiche o dall’usura del tempo si riducono in fibre più sottili, le cosidette “fibrille” che accumulandosi nei polmoni possono causare diversi tipologie di malattie anche a distanza di decenni dall’esposizione, tra queste ricordiamo tra le principali l’asbestosi, il mesotelioma pleurico e del peritoneo, il carcinoma polmonare. A causa di queste malattie in Italia si è arrivati con la legge N.257 del 27/03/1992 al divieto di commercializzazione, estrazione e produzione dell’amianto, legge che però venne defininitivamente esplicata solo due anni dopo con il Decreto Ministeriale 06/09/1994 che spiegava in dettaglio le modalità di valutazione, gestione e controllo dei materiali contenenti amianto (MCA), ne illustrava le metodologie di campionamento ed analisi e le misura di bonifica. 1

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppe Cirillo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università Telematica Internazionale Uninettuno
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria civile e ambientale
  Relatore: Gerardo Maria Cennamo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 71

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Parole chiave

rischio amianto
valutazione rischio amianto
gestione rischio amianto
individuazione amianto
censimento amianto

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