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Riforme manageriali e cambiamento delle Pubbliche Amministrazioni

Dagli anni '80 la riforma delle PA è stata prioritaria nelle agende politiche dei paesi industrializzati. Le spinte principali sono state due:
1. esigenza di riduzione e utilizzo migliore della spesa pubblica;
2. insoddisfazione dei cittadini per la qualità dei servizi.
Molto diversi sono stati gli approcci alla riforma, a seconda del paese o della fase evolutiva, ma il minimo comune denominatore è il rilievo crescente che ha assunto il tema del management applicato alle PA. Dapprima accolto con scetticismo, si è poi affermato in varie esperienze fino a trovare riconoscimento anche sul piano concettuale, con il filone di pensiero del New Public Management (NPM), che si basa su alcuni capisaldi:

1. snellimento - downnsizing delle grandi burocrazie;
2. introduzione di elementi di competizione, concorrenza e sistemi di qualificazione e comparazione delle performance realizzate nei tradizionali monopoli pubblici;
3. adozione di tecniche e strumenti di gestione evoluti;
4. orientamento al servizio e alla soddisfazione dell'utente;
5. logiche di responsabilizzazione sui risultati.

Non poche però sono state le critiche, spesso fondate:

1. incapacità di andare oltre dichiarazioni di principio universalmente validi;
2. importazione acritica di logiche dell'impresa privata, senza cura del fatto che il cittadino non è un cliente, che molte cose che fa la PA non sono solo erogazione di servizi, ma regolazione e tutela dell'interesse generale;
3. eccessiva concentrazione sull'efficienza gestionale, dimenticando a volte la qualità;
4. concentrazione sul breve periodo, dimenticando le policy di medio-lungo periodo;
5. enfasi su alcune best practices senza controllare effettivamente i risultati conseguiti.

   Ciò nonostante, il NPM ha contribuito a diffondere una forte propensione all'innovazione, lasciandosi alle spalle la cultura dell'adempimento e della regolarità formale, fine a se stesse. In realtà se l'era del NPM è ormai conclusa, il fabbisogno di management e innovazione nelle PA non è finito, anche perchè non ha interessato omogeneamente tutte le PA. 
Mentre le riforme amministrative definiscono il ruolo, le prerogative e il contesto di riferimento delle PA, le riforme manageriali sono la condizione per l'effettivo perseguimento della mission degli enti, determinandone l'effettiva capacità di perseguimento dei risultati attesi.
      Una valutazione della riforma manageriale in Italia è difficile, perchè è in pieno svolgimento e perchè è stata non omogenea. Comunque nell'arco di un ventennio il settore pubblico ha subito evoluzioni senza precedenti, pur trovandosi oggi ancora di più in uno stato di grande sofferenza e difficoltà, dovendo soddisfare un quadro di bisogni sempre più complesso.

Tratto da MANAGEMENT PUBBLICO di Giulia Dakli
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