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Individuare il testo : "tematizzare"


Ulrich Weisstein, dando per buono che i motivi si riferiscano alle situazioni e i temi ai personaggi, osserva che la totalità dei motivi disponibili agli scrittori di tutto il mondo è relativamente piccola, mentre quella dei temi è praticamente illimitata.
Questi punti di vista sono sufficienti a dare un'idea della caoticità e della instabilità, ma anche della vitalità, in cui da decenni la critica sui temi letterari tenta di organizzarsi. Ancora oggi non tutti concordano con la posizione della Frenzel e il dibattito su tema e motivo è ancora aperto. Massimo Fusillo sostiene che il tema non si può ridurre al soggetto di un'opera: una serie di testi che raccontano la stessa storia – ad esempio il mito di Faust – possono tematizzare elementi diversi: possono concentrarsi sulla sete di assoluto o sulla redenzione finale con esiti spesso molto lontani fra loro. Il tema, o meglio i temi, sono dunque i quadri di riferimento con cui leggiamo un'opera e che consideriamo esemplificati da quell'opera e da una serie di opere correlate.
Harry Levin scrive che i temi sono polisemici: vale a dire che essi possono essere investiti di significati diversi a seconda delle varie situazioni.
Individuare il tema dunque, tematizzare, è una operazione altamente interpretativa con cui, il critico individua il quadro di riferimento concettuale, il tema, e analizza di conseguenza sia gli elementi strutturali, formali, semantici, di un singolo testo (livello intratestuale) sia le ricorrenze costanti di un gruppo di testi (livello intertestuale).
Ma è anche il processo con cui i singoli lettori organizzano la propria ricezione personale, evidenziando e privilegiando i diversi nuclei tematici a seconda del proprio contesto culturale e della propria esperienza esistenziale. I temi, come dice Guillen, più che essere entità discrete, sono elementi parziali il cui montaggio si deve, in definitiva, all'intervento del lettore. Se
combiniamo questa definizione con quella di Tomasevskij arriviamo ad una utile distinzione: che i motivi riguardano l'ordine dell'azione e i temi l'ordine del pensiero. I temi dunque risultano dalla ricombinazione dei motivi secondo un ordine diverso da quello del racconto, presupposto che ogni unità narrativa possa considerarsi in parte veicolo di un tema eventualmente identificabile. Un utile esempio è la Recherche di Proust: una tematizzazione sulla base del tempo sarà sicuramente più proficua di una tematizzazione sulla base dell'alienazione del lavoro industriale.
Se Fusillo parla di quadri di riferimento concettuale, Inge Crosman Wimmers parla di quadri di riferimento referenziale. Da questo il lettore attinge i nodi o i motivi tematici e a partire dall'interferenza di questi differenti quadri egli comincia a tessere i fili tematici che potrà ricollegare in una rete concettuale o all'interno di una configurazione gerarchizzante.
Qualcosa di molto simile all'isotopia di Greimas, che indica la ripetizione regolata di cderte immagini e di certi significati e di certe regole grammaticali all'interno di un discorso. È l'isotopia, che pur non riconoscibile immediatamente, assicura omogeneità e coerenza al discorso. Il critico trova e ordina gli elementi dell'isotopia, illuminando i modi in cui il tema è trattato all'interno del testo. Questo momento preliminare deve continuare con un altro lavoro, quello di indagare i rapporti che il testo tematizzato stabilisce con altri testi in cui si vede agire il medesimo tema (momento comparativo) che può portare il critico a tornare sui suoi passi e ridefinire la tematicità del testo (momento sintetico).
Esistono poi temi di lunga e breve durata. I temi nascono nel momento in cui una situazione storica tematizza un fenomeno naturale (montagna, locomotiva eccetera).

Tratto da LETTERATURE COMPARATE di Gherardo Fabretti
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