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Come si regolano i prezzi e le tariffe dei settori oggetto di regolazione

La regolazione dei prezzi è uno dei meccanismi più tradizionalmente usato dalle autorità di regolazione. Tradizionalmente si è usata questa formula
RATE OF RETURN
RICAVI TOTALI = COSTI TOTALI + R (CAPITALE INVESTITO)
R = (RICAVI TOTALI – COSTI TOTALI) / CAPITALE INVESTITO
R = tasso di ritorno sul capitale investito
Questa formula dice che dobbiamo remunerare i costi dell’impresa, e attraverso i ricavi, bisogna garantire al gestore un equo ritorno sul capitale investito. Questa formula non è mai stata sottoposto a contestazione. Due studenti di dottorato, Aversch e Jhnonson, hanno individuato dei problemi, perché questa formula non incentiva l’efficienza dell’impresa. Loro riscrivono la formula:
R = O + r (V – D)
Ricavi totali = costi operativi più un tasso di ritorno su un capitale investito V meno ammortamento.
Secondo loro questa formula ha due elementi che non incentivano l’efficienza:
- il manager non è incentivato a usare cose meno lussuose (tipo albergo);
- si verifica over investiment, c’è un eccesso di investimenti che porta ad un eccesso di risorse, che però rende felici azionisti e produttore.
Questa formula costa molto al cittadino e pesa molto sulla strutta, inoltre porta a capacità produttiva e macchine in eccesso.
Emerge così un nuovo meccanismo di fissazione dei prezzi per costringere le imprese a diventare efficienti e facilita il controllo da parte del regolatore.
Viene inventata una formula semplice, per cui la fissazione delle tariffe pubbliche è data da:
P = Rpi - x
variazione dei prezzi = indice dei prezzi di consumo – x
x è un indicatore di produttività, indica che in quel periodo regolamentato il produttore deve aumentare la produttività dell’impresa di una certa percentuale, senza indicare come.
Il problema è che se l’impresa non riesce a raggiungere la x ci perde, perché tutte le sue risorse sono orientate e raggiungere quell’obiettivo.
Il problema consiste nell’individuazione corretta della x. La x viene modulata a seconda del tipo di servizio.
La scuola di Chicago ha valutato tutta questa regolazione. Loro pensano che la regolazione dovrebbe riguardare solo alcuni settori e non tutti, come ad esempio:
- settori che hanno barriere all’entrata
- settori di monopolio naturale
Si chiedono perché vengono regolamentati settori in cui ci sono molti attori. Però la regolamentazione non è fatta per tutelare l’interesse pubblico, ma l’interesse privato.

Tratto da ECONOMIA INDUSTRIALE di Valentina Minerva
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