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Le partecipazioni reciproche fra società di capitali

Le partecipazioni reciproche fra società di capitali danno luogo a pericoli di carattere patrimoniale e amministrativo. Pericoli che si accentuano quando fra le due società intercorre un rapporto di controllo, dato che la controllata può facilmente subire le direttive della controllante nella scelta dei propri investimenti azionari e nell'esercizio del voto.
Nel caso della sottoscrizione reciproca del capitale due società si costituiscono od aumentano il capitale sociale sottoscrivendo l'una il capitale dell'altra, creando una moltiplicazione illusoria di ricchezza (aumenta il capitale sociale mentre resta invariato il capitale reale). Nel contempo ciascuna delle due società dispone di un pacchetto di voti da gestire nell'altra.
Al contrario, l'acquisto reciproco di azioni lascia inalterato il capitale nominale, ma determina una riduzione dei rispettivi capitali reali. Questo processo determina un indiretto rimborso dei conferimenti degli azionisti delle due società (la società A rimborsa i soci della società B e viceversa), con effetti incrociati del tutto identici a quelli cui dà luogo l'acquisto di azioni proprie.
In sintesi, l'acquisto reciproco di azioni è possibile senza alcun limite quando fra le due società non intercorre un rapporto di controllo e nessuna delle due è quotata in borsa. Se l'incrocio è realizzato fra società controllante e sue controllate, l'acquisto da parte della società controllata è considerato come effettuato dalla controllante stessa; è perciò assoggettato alle limitazioni previste per l'acquisto di azioni proprie (le azioni o quote acquistate in violazione di tali condizioni devono essere alienate entro un anno dal loro acquisto).

Tratto da DIRITTO COMMERCIALE di Alexandra Bozzanca
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