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Le ragioni dell’affermazione dell’equity


Le origini dell’affermazione della giurisdizione della Chancery Court sono legate alla crisi della giustizia amministrativa delle corti di Westminster.
Alcuni aspetti di tale crisi sono stati osservati con riferimento all’irrigidimento della common law.
Tra in motivi della crisi vi è senz’altro anche la presenza, presso le corti di common law, di una procedura sempre più formalistica.
A ciò deve aggiungersi il moltiplicarsi di episodi di corruzione di giudici e giurati.
Non deve dimenticarsi, poi, che la concessione del writ da parte del cancelliere rientra nel suo potere discrezionale e che tale concessione è solo la chiave per aprire le porte delle corti di common law, ma non le impegna assolutamente ad una pronuncia favorevole all’attore.
Insomma, la common law, agli inizi del XIV secolo, comincia a mostrarsi inadeguata di fronte ai bisogni sempre nuovi della vita sociale inglese.
E’ proprio la crisi delle corti di Westminster che spinge i ricorrenti a rivolgersi direttamente al sovrano quale titolare del potere e fonte di giustizia, affinché giudici con aequitas.
La petizione viene rivolta innanzi tutto al cancelliere che, se lo ritiene opportuno, la trasmette al re perché questi adotti la sua decisione in seno al consiglio della Corona.
Quando poi diventa sempre più difficile per il sovrano riunirsi con il suo consiglio, viene a svilupparsi una giurisdizione autonoma del cancelliere, che cresce rapidamente in poteri e sviluppa presto un ampio corpo di regole e principi, che costituiscono, appunto, l’equity.

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