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Disposizioni generali relative alle tavole di sintesi

Gli artt. 2423-ter, 2424 e 2425 impongono schemi rigidi e vincolanti per lo Stato Patrimoniale e per il Conto Economico. Inoltre è espresso il divieto di compensi di partite.
Per SCHEMA si intende una concreta modalità di rappresentazione di una tavola di sintesi, derivante dalla combinazione di forma e struttura specifiche.
FORMA : modalità espositiva con cui gli aggregati di valore sono rappresentati. Si distinguono in particolare:
- FORMA A SEZIONI DIVISE E CONTRAPPOSTE -> rappresentazione a sinistra delle voci con saldo contabile dare affiancate, a destra, dalle voci con saldo contabile avere
- FORMA A SEZIONI DIVISE E SOVRAPPOSTE -> rappresentazione delle voci con saldo contabile dare sopra alle voci con saldo contabile avere
- FORMA SCALARE -> rappresentazione delle voci non più per saldo contabile (dare-avere), ma secondo logiche di contrapposizione da cui emergono progressivamente i risultati intermedi (derivanti dalla contrapposizione di aggregati di valore legati funzionalmente) ed il risultato finale in classi.
Il Codice Civile prevede per lo stato patrimoniale sezioni divise e contrapposte, mentre per il conto economico una forma scalare.
STRUTTURA : modalità espositiva con cui i valori contabili sono aggregati in classi.
Pertanto le classi sono aggregati di valori definiti da una particolare struttura adottata.
I criteri di aggregazione dei valori in classi possono essere:
- NATURA (ORIGINE) DELLE VOCI -> raggruppamento di voci omogenee per origine contabile, per cui si distinguono i valori stimati e congetturati a fine esercizio rispetto ai valori certi al fine di permettere l’apprezzamento del grado di discrezionalità del reddito
- DESTINAZIONE (FUNZIONE) DELLE VOCI -> raggruppamento di voci omogenee per funzione di appartenenza nel processo produttivo (produzione, commerciale, amministrazione, ecc.)
Nel codice civile si trovano progressive aggregazioni su livelli via via più analitici, al fine di fornire un maggior grado di dettaglio. Gli schemi civilistici sono articolati su quattro livelli gerarchici di voci:
Macro-classi -> individuate da lettere maiuscole
Classi -> individuate da numeri romani
Voci -> individuate da numeri arabi
Sotto-voci -> individuate da lettere minuscole

LE DEROGHE ALLA RIGIDITÀ DEGLI SCHEMI
L’art. 2423 ter prevede…
…due possibilità di deroga alla rigidità degli schemi delle tavole di sintesi:
* possibilità di suddividere in modo più particolareggiato le voci precedute da numeri arabi, senza tuttavia eliminare la voce complessiva e l’importo corrispondente.
* possibilità di raggruppare le voci precedute da numeri arabi
- se di importo irrilevante (ad esempio ci sono tre voci da 1 euro ciascuna)
- se il raggruppamento favorisce la chiarezza (ergo rappresentazione veritiera e corretta), purché in nota integrativa le voci raggruppate siano indicate distintamente.
…due obblighi di deroga alla rigidità degli schemi delle tavole di sintesi:
- obbligo di aggiungere nuove voci qualora il loro contenuto non sia compreso in alcuna voce prevista dagli schemi
- obbligo di modificare le voci contenute nello schema qualora ciò sia reso necessario dalla natura della attività esercitata.

LA COMPARAZIONE TEMPORALE
Il codice civile vuole consentire il confronto nel tempo. L’art. 2423-ter prevede anche che per ogni voce dello stato patrimoniale e del conto economico ci debbano essere due colonne, una dove viene indicato i dati relativi all’anno di bilancio in corso, l’altra dove vengono indicati i dati relativi all’anno precedente.
Se le voci dei due esercizi non sono comparabili:
- le voci dell’esercizio precedente devono essere adattate
- la non comparabilità e l’adattamento devono essere segnalati e commentati in nota integrativa

CLASSIFICAZIONI ALTERNATIVE
Per favorire la chiarezza, l’art. 2424 2° co prevede che qualora un elemento possa ricadere sotto più voci dello schema, in nota integrativa devono essere riportate anche le altre voci sotto le quali l’elemento poteva essere inserito, sempre che ciò sia necessario alla comprensione del bilancio. La scelta deve ricadere a favore della clausola generale di bilancio.
Esempio: un debito verso fornitori rappresentato da una cambiale passiva può essere classificato sia in D6 (debiti verso fornitori) sia in D7 (debiti rappresentati da titoli di credito).

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