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La scelta dell’unità impositiva dell'IRPEF


Nelle due ipotesi estreme l’unità impositiva può essere o l’individuo (che diventa soggetto passivo di imposta in quanto percettore di un reddito rientrante nella base imponibile dell’imposta personale) o la famiglia (tutti i redditi afferenti a un nucleo familiare sono cumulati,e quindi assoggettati all’imposta). È evidente che la scelta dell’unità impositiva è rilevante in tutti i casi in cui l’imposta personale è progressiva:quando l’imposta è proporzionale è irrilevante ai fini della definizione del carico tributario la ripartizione di un certo reddito fra i componenti del nucleo familiare.
Nella scelta fra tassazione su base individuale o familiare si sovrappongono diverse esigenze economiche e diverse opzioni  di natura equitativa. Se si ritiene che in una famiglia si verifichi di fatto la comunione,la capacità contributiva è meglio misurata dal reddito del nucleo familiare. La scelta dell’individuo attribuisce invece al percettore la piena titolarità del reddito.
Se in Italia l’imposta è calcolata su base individuale,in altri paesi sono state introdotte altre modalità di applicazione dell’imposta personale che tengono esplicitamente conto della dimensione familiare.
In Francia il sistema vigente,il quoziente familiare (reddito complessivo familiare/N), suddivide il reddito fra i componenti della famiglia sulla base di una formula che tiene conto della dimensione complessiva del nucleo familiare.
Il rapporto fra il reddito complessivo e la dimensione fiscale della famiglia determina il quoziente familiare.Il debito d’imposta per il quoziente familiare moltiplicato per la dimensione fiscale della famiglia.

Tratto da ELEMENTI DI SCIENZA DELLE FINANZE di Mariarita Antonella Romeo
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