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Definizione del termine "cultura"


La caratteristica dell’uomo non si trova nell’esclusività del dono della cultura, intesa come una serie di comportamenti appresi e trasmessi socialmente, ma piuttosto nella capacità di sviluppare le potenzialità culturali a livelli elevati. La società umana infatti ha avuto uno sviluppo più profondo di quello delle altre società animali determinando perciò una grande differenza tra la società primitiva e quelle moderne.
Nel suo significato sociologico per cultura si intende l’insieme complesso che include la conoscenza, i valori, le credenze, i costumi, i principi, la morale, le regole, il diritto, l’arte, e ogni altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo come membro della società. Essa è considerata come un organismo comune ad ogni società umana. La caratteristica principale di ogni cultura è la sua esistenza “super-individuale” nello spazio e nel tempo.
Elementi della cultura: elementi conoscitivi(es conoscenze che permettono la loro sopravvivenza), credenze (es ciò che si riferisce alle fedi religiose), valori (principi di orientamento comunemente accettati), simboli (segnali che indicano l’esistenza passata presente o futura di una cosa un evento o una condizione, possono essere naturali e artificiali).
esistono inoltre forme culturali, comportamenti, valori, aspirazioni che differiscono a secondo il ceto sociale. Una cultura quando è complessa, (“avanzata”) presuppone l’acquisizione della scrittura, la divisione del lavoro, l’esistenza di città e di tecnologie sviluppate, un approfondimento dei problemi artistici, politici, religiosi, filosofici, Questo tipo complesso di cultura si è solito farlo coincidere con la cosiddetta “civiltà”.
L‘eredità culturale. L’insieme dei modelli di comportamento e dei simboli che un individuo riceve dal gruppo sociale di cui fa parte, costituisce essenzialmente l’eredità culturale. Gli uomini sono sempre culturalmente debitori verso le generazioni passate.
Anche la personalità è influenzata dalla cultura. Certi comportamenti, considearti caratteristici della natura umana, non sarebbero naturali, ma condizionati dall’ambiente esterno, cioè dalla eredità culturale che influenza profondamente l’esistenza dell’individuo al di là del suo consapevole controllo.
La cultura può essere anche definita come “memoria collettiva” dell’umanità. Così come avviene nella memoria individuale, la cultura dimentica tutto quello che non ha trovato conferma nella realtà: si forma in questo modo quell’insieme di esperienze selezionate dalla pratica storica di molte generazioni e di cui la nuova entra in possesso, costituendo il punto di partenza per le sue esperienze.

Aspetti della cultura.
Si fa distinzione in genere fra:
* cultura immateriale (un’opera d’arte, una casa, etc) e immateriale (i costumi, le abitudini, etc);
* cultura diretta (un individuo vivendo insieme ai membri di un gruppo ne recepisce la cultura) e indiretta (ricezione per via indiretta; es. lettura di un libro);
* cultura esplicita (consiste in tutti quegli aspetti di cui i membri della società sono consapevoli e che sono immediatamente riconoscibili) e cultura implicita (consiste in forme mentali che influenzano il comportamento ed il pensiero, ma che non sono comunemente verbalizzate e riconosciute. Coloro che condividono una cultura sono cosi immersi in essa che ne accettano certi assunti inconsapevolmente per cui accade che gli aspetti della cultura implicita siano riconosciuti più facilmente da individui provenienti da altre culture).


Le aree culturali. Luoghi all’interno dei quali si esaurisce la validità di una determinata cultura. Il concetto di area culturale è un artificio sociografico ed è essenzialmente statico anche se col passare del tempo le aree possono cambiare dimensione o scomparire.
Le piccole aree culturali esercitano una influenza sul comportamento umano.

L’integrazione culturale. La cultura è un fatto reale ed obiettivo in cui l’individuo si ritrova immerso e da cui riceve imperativi categorici, così come li riceve dalle leggi naturali.
Per quanto riguarda la coesistenza delle diverse culture e la loro integrazione, le culture possono mescolarsi in quasi tutti i gradi (es civiltà greca classica r la civiltà giapponese). E’ possibile che per ogni cultura la maggior parte del contenuto sia di provenienza esterna, anche se assimilato in un tutto che funziona in un modo più o meno coerente ed è sentito come unitario.

La subcultura. La subcultura costituisce una parte della cultura totale di una società da cui si differenzia per certi aspetti. Questa differenza non è mai stata ben definita, cioè ancora non è ben chiaro fino a che punto un sistema di modelli culturali debba essere diverso per dar luogo a una subcultura. Alcuni studiosi indicano i gruppi etnici come produttori di subcultura, altri vi aggiungono anche le categorie professionali, gli adolescenti, i delinquenti, etc.
Si potrebbe far coincidere la differenza tra cultura e subcultura con quella tra gruppo e sottogruppo. Ogni sottogruppo tende a crearsi una propria subcultura che in parte integra la cultura generale. A volte si ha un costante scambio tra i due sistemi culturali; in altre circostanze i contrasti sono molto accentuati (in questo caso non è più esatto parlare di subcultura ma di controcultura.

La controcultura. (subcultura negativa) Il termine indica quella subcultura che rifiuta certi valori e certe regole sociali della cultura dominante, sviluppandone di contrari. (i valori della controcultura possono influenzare o sostituire quelli dominanti).

La cultura di massa. La cultura di massa è quella che si determina per la trasmissione e la diffusione ad un gran numero di di individui di contenuti simboli e forme di comportamento da parte dei cosiddetti mass media cioè da tutti quei mezzi tecnici e quelle istituzione come la stampa, il cinema, la radio, la televisione, che servono per la comunicazione.
I mass-media sono un fenomeno tipico della società moderna con un alto grado di industrializzazione e portano alla standardizzazione della cultura, che può essere monopolizzata e strumentalizzata dalla minoranza che detiene il potere, per cui le comunicazioni che l’individuo riceve possono risultare a senso unico.

Tratto da MANUALE DI SOCIOLOGIA di Alessia Chiovaro
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