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Suicidio, tentato suicidio, parasuicidio in adolescenza


Numericamente i suicidi riusciti in adolescenza sono pochi. Necessità di collaborazione con ambiente familiare ed educativo per prevenzione primaria e secondaria (con primo tentativo già compiuto).
In adolescenza è difficile distinguere suicidio, tentato suicidio, parasuicidio (individuare la volontà di uccidersi rispetto ad un’azione dimostrativa). L’adolescente non ha una consapevolezza ben definita della morte: i confini tra comportamenti leciti e pericolosi sono sfumati (per es. un giovane può correre un rischio anche fatale a cui non corrisponde una reale intenzione di morire, ma solo per dimostrare il suo disagio).

Due situazioni diverse:
1    tentativi dimostrativi: desiderio di esprimere e comunicare il proprio disagio; disadattamento legato a situazioni esterne stressanti conduce a diverse reazioni emotive come difficoltà di controllo, aggressività, gesti autolesivi. Cause: in passato erano - frequenti casi di conflittualità intrafamiliari dovute al desiderio di libertà dell’adolescente contro il tentativo dei genitori di mantenere autorità e valori. Oggi il cambiamento culturale è - accelerato, il conflitto generazionali è <, > libertà sessuale a cui non si è preparati. Rapporto con scuola: tende a imporre una linea di rigore a cui l’adolescente non è abituato a causa del frequente lassismo familiare. Il tentativo di suicidio, anche se dimostrativo e non grave, esprime scoraggiamento verso le proprie capacità e delusione verso la comunicazione con l’adulto.
2    il gesto esplicita l’avvenuto break-down: interruzione del processo maturativi legato all’impossibilità di accettare le trasformazioni fisiche e psicologiche in atto (fallimento nell’integrazione delle pulsioni sessuali e aggressive, ancora rivolte all’oggetto d’amore primario, conduce a ledere il proprio corpo).
Non si riesce a individuare una personalità predisponente: tra gli elementi rintracciabili impulsività data da un’affettività non controllata (la razionalità non riesce a imporsi) e disturbo nella costruzione di un sé adeguato - caratterizzato dall’immediatezza: a differenza dell’adulto, non è in genere preceduto da una lunga fase di preparazione – premeditazione, è - difficile cogliere la fase di rischio perché l’atto immediato e impulsivo sostituisce la verbalizzazione delle intenzioni.

Prevenzione
Finalizzata a evitare il rischio di ricadute - evitare che da un gesto non ancora rappresentativo di una sindrome clinica ben precisa, si organizzi una patologia stabile che potrebbe orientarsi in diverse direzioni (depressione, dipendenza, devianza). Deve crearsi un supporto da parte dell’ambiente che agisca da contenitore dell’angoscia e promuova lo sviluppo delle parti sane - aiutare la famiglia (non colpevolizzata ma aiutata a cambiare perché spesso in essa sono rintracciabili le radici del gesto): azione sinergica di tutti quelli che possono diventare modelli per contribuire allo sviluppo del giovane (comunicazione - dialogo: strumenti con cui l’adolescente può trovare appoggio e contenimento alle angosce, intervento a rete).

Tratto da DISAGIO ADOLESCENZIALE E SCUOLA di Antonella Bastone
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