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Concezione cardinale di Jevons

Il problema della misurazione in senso stretto dell’utilità si pone a due livelli distinti:
- INTRAPERSONALE : riguarda il singolo soggetto che è in grado di dire il suo livello di soddisfazione.
- INTERPERSONALE : si suppone che esista un metro per misurare l’utilità. Questo metro è diverso tra soggetti.
Il livello interpersonale è più stringente nelle richieste, perché richiede un’unità di misura.
Confrontare la soddisfazione di persone diverse è difficile, perché soggetti diversi possono avere scale diverse di soddisfazione.
Jevons sostiene che l’unità di misura dell’utilità si chiami “UTILE”, che consente di sapere il livello di soddisfazione almeno di una stessa persona in situazioni diverse.


Differenze prime --> incrementi di utilità dati dalla possibilità di disporre di merce in più.
L’utilità cresce al crescere della disponibilità della merce. Questo andamento soddisfa il principio che la soddisfazione cresce ma ad un ritmo minore rispetto all’aumentare della merce.
Questo fenomeno fin’ora è stato descritto in termini discreti.
L’ipotesi è che l’individuo sia insaziabile, ovvero che la funzione di utilità cresce continuamente.
Questa ipotesi non è realistica, il fatto di disporre di una certa merce ad un certo punto può non dare continua soddisfazione, ma può rimanere tale o addirittura ridursi.
Usando strumenti matematici, si deve dare una descrizione nel continuo di questo fenomeno.
Della funzione precedente si può considerare la derivata che indica l’utilità marginale.

Tratto da ECONOMIA POLITICA I di Valentina Minerva
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