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Malattia e analisi di Hans


Secondo il padre si è sviluppato in H un disturbo nervoso, dovuto ad un sovreccitamento sessuale creato dalla tenerezza della madre. La paura di essere morso da un cavallo sembra poi essere collegata allo spaventarsi di fronte ad un grosso pene; egli aveva da tempo notato il grosso pene del cavallo e pensava che anche la sua mamma dovesse averne uno grande uguale.
L’inizio dell’angoscia e della fobia viene visto con l’inizio di H di toccarsi il membro la sera nel suo letto.
Il disturbo comincia con pensieri sia ansiosi che teneri e con un sogno d’angoscia in cui perde la mamma e non può più farsi coccolare da lei. La tenerezza verso la madre sembra cresciuta ed è questo il fenomeno alla base dello stato di H. questa esaltato affetto per la madre è ciò che si trasforma in angoscia e soggiace alla rimozione.
Ma tale angoscia corrisponde ad un’aspirazione erotica rimossa: è angoscia e non ancora paura (all’inizio della malattia la fobia della strada e dei cavalli non esisteva affatto).

L’angoscia corrisponde a un ardente desiderio rimosso, desiderio che si può tramutare in soddisfacimento se gli si procura l’oggetto desiderato, ma nell’angoscia questa terapia è inefficace poiché essa non può più ritrasformarsi completamente in libido e ciò appare in H. (Da ricordare che gli stati d’angoscia non sono provocati dalla masturbazione e da nessun’altra forma di soddisfacimento).
Si arriva poi ad un punto in cui sia padre che medico sono d’accordo nell’attribuire all’abitudine onanistica la parte principale nella patogenesi dello stato di H. Poiché  a suo tempo un rimprovero della mamma sul toccargli il “fapipi” ha esercitato su di lui un effetto profondo e inoltre non aveva accettato la spiegazione secondo cui le donne non hanno “fapipi”.

H continua a fare confronti, restando insoddisfatto della grandezza del suo “fapipi”. Ma siccome queste idee sono incapaci di diventare coscienti questo senso di pena si trasforma in angoscia.
Durante la notte H ha nostalgia della mamma (e del suo organo genitale) e va in camera dei genitori e il tutto costituisce una prosecuzione della paura dei cavalli. Non solo, H ha paura di non essere amato dalla mamma perché il suo fapipi non può competere con quello del papà. Succede poi che H sospetta che sia proibito possedere la mamma, dunque si è imbattuto per la prima volta nella barriera contro l’incesto e aveva paura del papà perché lui, H, voleva così tanto bene alla mamma.

Il primo reale miglioramento lo si ha quando H rimane davanti al portone di casa un’ora anche se passava qualche carrozza. H fa capire infatti che il suo amore per il padre è in conflitto con l’ostilità per lui in quanto rivale nei confronti della madre. Poiché H ama la mamma vorrebbe che il padre non ci sia più in modo da mettersi al suo posto e questo desiderio ostile represso si trasforma in angoscia per la sorte del padre.
La paura di H di allontanarsi da casa e di voler ritornare subito è data dalla paura di non trovare più in casa i genitori ed è inchiodato in casa dal suo amore per la madre e teme che il padre se ne vada per questi suoi desideri ostili che nutre per lui.
L’occasione in cui insorse la fobia fu quando H vide cadere un grosso cavallo e in quel momento provava il desiderio che il padre cadesse allo stesso modo e morisse. Conclusione: H teme che il cavallo (il padre) lo morda a causa del suo desiderio di vedere il cavallo cadere (il padre).

H continua a raccontare cose senza senso ed eventi inventati, questo perché vuol far capire al padre che siccome lui voleva fargli credere che i bambini arrivano con la cicogna allora anche lui doveva credere alle sue frottole. H desidera “stuzzicare” i cavalli e questo rivela un desiderio oscuro, sadico nei confronti della madre e un chiaro impulso di vendetta nei confronti del padre.

H spiega poi che i carri dei traslochi e del carbone sono tutti carrozzoni che sono casse della cicogna (ossia donne incinte).Si arriva al pensiero che la paura della defecazione e quella dei carri molto carichi equivale alla paura di un ventre sovraccarico. H preferirebbe che Hanna non fosse mai nata.
In occasione del parto H era stato allontanato dalla mamma e l’angoscia attuale, che gli impedisce di allontanarsi da casa, è ancora la nostalgia che egli provò allora.
Infine H trova una soluzione felice, invece di togliere il padre di mezzo lo nomina nonno e sposare anche a lui la madre.

H guarisce, anche se permane in lui un residuo della malattia, che però non si esprime più in paura ma nella normale pulsione a far domande. Intanto il piccolo parla della sua malattia come una storia passata.

Tratto da IL CASO DEL PICCOLO HANS di Carla Callioni
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