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Caratteristiche delle clausole compromissorie


Ci si può però domandare se le clausole statutarie in parola possono essere qualificate come clausole compromissorie in senso tecnico, con le conseguenze che il c.p.c. ricollega a tale qualificazione.
Nel primo ordine di casi sopra menzionato la risposta deve sicuramente essere negativa: l'organo di giustizia interna non è chiamato a risolvere una controversia - ciò che costituisce il necessario presupposto dell'arbitrato - ma a pronunciarsi, esso stesso, sulla esclusione dell'associato; opera cioè in sede esecutiva, non in sede contenziosa.
Nel secondo ordine di casi si può per altro aspetto dubitare della ricorrenza di un vero e proprio giudizio arbitrale: non si può qualificare come «collegio arbitrale» un organo interno all'associazione (il collegio dei probiviri), composto da membri eletti dall' assemblea ed avente, per statuto, la funzione «giudicante» di riesaminare, su iniziativa dell'associato interessato, le deliberazioni degli altri organi associativi  qui non si è neppure in presenza di arbitri: si assiste al fenomeno per il quale una delle parti si riserva il potere di decidere, essa stessa, le controversie che insorgono con la controparte, giacché i probiviri non sono terzi rispetto all'associazione, ma sono organi di questa; e l'associazione, attraverso il «collegio dei probiviri», risolve essa stessa la controversia insorta fra sé e uno degli associati.
Le decisioni di tale organo interno all'associazione possono costituire solo una fase della formulazione del provvedimento dell'associazione: la deliberazione di esclusione diventa pienamente efficace solo se è confermata da tale organo di «giustizia interna» o se è scaduto il termine entro il quale l'associato escluso avrebbe potuto fare ricorso ad essa.
Quelle decisioni non valgono come pronunce arbitrali: una volta che, con la conferma da parte dell'organo «giudicante» interno all'associazione, la deliberazione di esclusione abbia acquistato efficacia, l'associato escluso potrà rivolgersi all' autorità giudiziaria.

Tratto da LE PERSONE GIURIDICHE di Beatrice Cruccolini
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