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La thin capitalization rule (regola anti-sottocapitalizzazione)


Non è fiscalmente indifferente, per la società, usare capitale proprio o prendere denaro in prestito: la remunerazione del capitale proprio costituisce reddito della società e dei soci; quando invece la società prende denaro a prestito, gli interessi che essa deve corrispondere sono un costo di produzione del reddito, deducibile dalla base imponibile dell’imposta sul reddito della società.
Per contrastare questa pratica elusiva, il legislatore prevede, da un lato, che gli interessi che remunerano i finanziamenti dei soci “qualificati” e parti correlate, superiori ad un dato importo, non sono deducibili e, dall’altro, che la remunerazione del socio finanziatore è considerata dividendo.
La norma si applica nel caso in cui:
a. il socio finanziatore controlla, direttamente o indirettamente, la società finanziata o ne possiede il 25% del capitale;
b. se il finanziamento supera di quattro volte la quota di patrimonio netto di pertinenza del socio stesso.

Tratto da CONCETTI SUL DIRITTO TRIBUTARIO E SULL'IVA di Stefano Civitelli
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