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I motivi alla base dell'internazionalizzazione delle imprese

I motivi alla base dell'internazionalizzazione delle imprese


Tramite l'internazionalizzazione si possono raggiungere 4 obiettivi strategici:

1. Sviluppo di nuovi mercati. Ogni paese è un'opportunità di mercato, cioè ha una popolazione di potenziali consumatori con un determinato livello di reddito. Per molte imprese, se non per tutte, è necessario entrare in mercati come quello americano, tedesco o cinese, poiché vi è un enorme bacino di consumatori con un determinato reddito. Molte imprese (italiane e non) hanno deciso di andare ad investire in Romania non solo per il bacino di consumatori e per delle leggi più “morbide” inerenti l'inquinamento ed il basso costo del lavoro, ma anche perchè vogliono utilizzare la Romania come trampolino di lancio per entrare nei mercati russi (strategia di penetrazione commerciale).

2. Accesso a risorse locali. Dove si intende: basso costo della manodopera, competenze tecnologiche, risorse naturali, materie prime. Per i settori maturi, il principale motivo della delocalizzazione è il potersi avvantaggiare di un basso costo della manodopera, anche se essa non è una strategia corretta. Proprio per aver implementato questa strategia che si è rivelata errata, molte imprese oggi stanno facendo marcia indietro e stanno tornando nel paese di provenienza (back – sourcing). Per internazionalizzarsi è necessario implementare delle strategie di multilocalizzazione.

3. Apprendimento. Anche se le prospettive di mercato non sono delle più rosee, alcune imprese decidono di entrare in determinati mercati per apprendere una determinata competenza o conoscenza (Esempio. Molte imprese decisero di stabilirsi in Giappone per apprendere le competenze necessarie per la produzione e fornitura snella, il just in time).

4. Coordinamento delle proprie attività internazionali.
Per decidere in quale settore – mercato entrare, bisogna condurre un'analisi attenta di opportunità dello stesso, attrattività dell'ambiente internazionale, rischi connessi all'entrata in quel paese; tutto ciò poiché questo è un tipo di investimento non facilmente reversibile.

La scelta del mercato – settore nel quale entrare è influenzata da:

• orientamento strategico internazionale. In prima battuta, è importante l'atteggiamento competitivo dell'impresa. Se per essa è la prima volta che si interfaccia con i mercati internazionali, sceglierà dei mercati molto simili a quelli nei quali già opera, cioè mercati a basso rischio, simili per lingua, cultura (cioè uguali al mercato domestico). Se, invece, l'impresa non è alla prima esperienza, avrà una maggiore propensione al rischio quindi tenderà a stabilirsi in mercati diversi da quello domestico.

• Caratteristiche del mercato e dell'industria. Bisogna analizzare:
-potenziale di mercato: guardare le dimensioni di mercato e come esso tenderà a crescere; bisogna avere informazioni come il grado di urbanizzazione, condizioni climatiche e stili di vita prevalenti. Bisogna guardare anche la sensibilità al prezzo dei consumatori, cioè la domanda e la sua elasticità.
-interdipendenza ed integrazione fra i mercati. Analisi opportuna nel caso l'impresa in oggetto abbia un sistema di offerta omogeneo.

• Natura dell'ambiente competitivo. Che dipende dalla struttura del settore e dalle strategie adottate dalle imprese concorrenti. Bisogna avere informazioni inerenti:
-grado di concentrazione, calcolato con indice di HHI;
-dotazione di risorse del paese di destinazione;
-presenza di materie prime;
-qualità e costo delle risorse umane e delle infrastrutture.

Le caratteristiche del settore influenzano la condotta delle imprese e le sue performance; ogni impresa può influenzare a sua volta queste caratteristiche per avere un vantaggio competitivo. La posizione competitiva dell'impresa è determinata dall'insieme delle sue attività (catena del valore) che svolge quando progetta e vende i suoi beni.

Le decisioni da prendere, quindi sono:
– dove localizzare l'attività; se vi sono economie di scala, è facili che le imprese concentrino tutte le attività in un unico paese; le attività sono decentrate se vi sono delle differenza nella domanda o elevati costi logistici;
– come collegare le attività dei diversi paesi. Bisogna edere quanto controllo si vuole detenere sulle consociate estere.

Per sapere in quale settore – mercato inserirsi, le imprese devono avere ben chiaro a quali tipi di settori “vanno incontro”. Faremo riferimento a diverse tipologie di settore: settori protetti: sono quei settori serviti esclusivamente da imprese nazionali; questi settori sono protetti non solo dalle importazioni ma anche dagli IDE (grazie alle barriere all'entrata). Nel tempo questi settori si sono ridotti; fanno parte di questa categoria le attività che producono servizi frammentati (lavanderie a secco), produzioni su piccola scala (l'edilizia), settori che producono beni non commerciabili a causa della loro deperibilità (pasta fresca) o beni che sono di difficile trasporto (letti a baldacchino).

• settori internazionali: in questi settori, l'internazionalizzazione si manifesta tramite le esportazioni e le importazioni. Se un prodotto può essere trasportato e realizza delle economie di scala, il metodo più efficace per entrare in un mercato straniero è quello di esportare (es. costruzioni navali).

• settori multidomestici: questi settori si internazionalizzano attraverso gli IDE o perché il commercio non è praticabile, come per i servizi di consulenza, o perché i prodotti sono differenziati a livello nazionale, come per la musica.

• settori globali: settori che nascono sia dal commercio che dagli IDE; caso delle automobili, birra e prodotti farmaceutici.

Tratto da STRATEGIA D'IMPRESA di Adriana Capodicasa
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