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Paradigma della violazione dell'aspettativa


Queste ricerche utilizzano il paradigma della violazione dell'aspettativa, una versione modificata del paradigma dell'abituazione visiva, in cui si sfrutta la tendenza dei bambini a reagire con sorpresa di fronte a eventi impossibili o sorprendenti, che violano le loro aspettative. Viene usato per indagare il modo in cui i bambini, nei primi 6 mesi di vita, si rappresentano le proprietà degli oggetti e delle regole che governano il comportamento.
Esperimento di Baillargeon e Graber sul coniglietto alto e basso: anche i bambini ritengono l'evento “coniglietto alto che scompare e non si vede dalla finestrella” come impossibile, dimostrando che a 5 mesi sono in grado di rappresentarsi l'oggetto anche quando scompare dalla loro vista, e ciò contrasta con i dati sulla permanenza dell'oggetto ottenuti da Piaget.
Altre ricerche dimostrano la presenza di precoci abilità numeriche, come quella di compiere discriminazioni tra insiemi di diversa numerosità, e quella di eseguire operazioni elementari come l'addizione e la sottrazione di piccoli numeri.
Wynn dimostra che bambini di 5 mesi sono in grado di prevedere il risultato di operazioni matematiche del tipo 1+1 e 2-1 (dimostrato nell'esperimento con pupazzi: un pupazzo viene nascosto da un telo, e vicino ad esso viene aggiunto un altro pupazzo; i bambini rimangono più a lungo a guardare la situazione impossibile quando il telo viene tolto, ovvero la situazione in cui un pupazzo è scomparso!).
Altre ricerche hanno dimostrato che, fin dalla nascita, i bambini preferiscano i suoni della lingua della propria cultura di appartenenza, rispetto a suoni di altre lingue, la voce della madre dalla voce di una donna estranea, o il suono di una storia che la madre ha letto frequentemente in gravidanza rispetto al suono di una storia mai udita.
I bambini di pochi mesi sono in grado di distinguere tra oggetti animati e inanimati, e tale distinzione si fonda sulle potenzialità delle due classi di oggetti relativamente al movimento (ciò sarebbe dovuto ad un'innata sensibilità nei confronti degli indizi percettivi che caratterizzano il movimento biologico, differenziandolo da quello meccanico). I bambini di 3 mesi, infatti, preferiscono una configurazione dinamica formata da puntini luminosi che, muovendosi, riproducono il movimento di un uomo che cammina, rispetto a una configurazione composta dallo stesso numero di puntini luminosi statici o il cui movimento non rispetta i vincoli che caratterizzano il movimento biologico.
Dai 6 mesi in poi, esiste la capacità di comprendere le relazioni causali che legano due eventi, quali il movimento di due oggetti che collidono: ciò è reso possibile dall'esistenza di alcuni meccanismi percettivi innati, che analizzano rapidamente e interpretano particolari classi di informazioni percettive (spinte, collisioni), e che forniscono la spinta iniziale al processo di sviluppo attraverso il quale verrà costruita la padronanza concettuale della causalità.
E' stata dimostrata, inoltre, una precoce capacità di leggere gli stati mentali altrui, e di inferire le intenzioni degli altri, che si fonda su un sistema di conoscenze, chiamato teoria della mente, che consente ai bambini di comprendere l'esistenza di stati mentali non direttamente percepibili attraverso i sensi e che è riconducibile all'attivazione di una specifica area del cervello. I bambini, ad esempio, sono molto sensibili a minime variazioni della direzione dello sguardo dell'adulto e utilizzano gli indizi visivi forniti da occhi e sguardo per ottenere info sulle intenzioni e gli stati mentali dell'adulto.
Le predisposizioni genetiche e i sistemi di conoscenze fortemente dominio-specifiche, riconducibili all'attivazione di specifici circuiti cerebrali, vengono chiamati moduli da Fodor.

Tratto da LO SVILUPPO COGNITIVO di Alessio Bellato
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