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Le valutazioni d’azienda


Oggetto della valutazione: Capitale economico (valore economico del capitale proprio ≠  capitale netto di bilancio). 

Occasioni in cui si rende necessaria una valutazione d’azienda:
- Operazioni straordinarie (si richiede la stima per orientare il processo decisionale sottostante):
- Operazioni di scambio (cessioni, fusioni, scorpori)
- Interventi sul capitale (emissioni di azioni con sovrapprezzo, emissione di obbligazioni convertibili, etc)
- Valutazione delle strategie (scelta tra alternative strategiche: es sviluppare un certo business o sfruttarlo per trarne a breve termine maggiore liquidità possibile)
Una stima del capitale economico dunque è auspicabile ogni qual volta si deve scegliere tra più alternative in grado di modificare significatamente l’assetto strategico dell’azienda.

Natura del problema: quello della valutazione di azienda è un problema assimilabile a quello della valutazione economica di un investimento. L’azienda puà infatti essere vista come un “macroinvestimento” in atto o un “aggregato di investimenti” il cui collante è rappresentato dalla specifica formula imprenditoriale seguita.

Prospettiva di valutazione  -> punto di vista adottato:
del generico investitore: “la valutazione del capitale economico deve essenzialmente aver riguardo per l’azienda in sé, prescindendo dalle caratteristiche delle parti eventualmente interessate alla negoziazione … e in particolare alla loro forza contrattuale. L’obiettivo generale della stima dell’esperto è dunque la determinazione del c.d. valore generale (o valore comune o valore obiettivo), cioè del prezzo che in condizioni normali può essere considerato adeguato”. Il valore ricercato è dunque quello insito nella formula gestionale in essere con i suoi prodotti, i suoi mercati, le sue tecnologie, la sua organizzazione (cristallizzazione delle scelte aziendali al momento in cui viene condotta la stima) e prescinde quindi da eventuali strategie alternative che il management o altri soggetti potrebbero decidere di attuare.
 -> carattere di notevole astrattezza; valore di riferimento neutrale (a cui facciamo rif.noi)
di uno specifico soggetto economico: nel caso di operazioni si scambio, il potenziale acquirente tenterà di stimare il valore di eventuali sinergie tra l’impresa che intende acquisire e la combinazione produttiva in essere.
 -> valutazione soggettiva del capitale economico ma pur sempre condotta su basi oggettive (si prescinde dal potere contrattuale delle parti che può condurre a un prezzo di scambio anche notevolmente diverso)

Metodi di valutazione. Sono numerosi e con diverse varianti. Si caratterizzano diversamente per ciò che concerne l’attitudine a fornire una valutazione significativa della grandezza ricercata in termini di “razionalità” (il fatto di basarsi su uno schema logico chiaro e condivisibile) e “dimostrabilità” (grado di attendibilità delle grandezze che stanno alla base: es. un dato storico è altamente credibile un dato futuro lo è tanto meno quanto più si colloca lontano dal tempo).

I metodi di valutazione si classificano:
A) Metodi di mercato: misurano come misura del valore dell’azienda la quotazione espressa dal mercato (in particolare dal mercato di borsa). Rappresenta una misura adeguata a seconda del contesto, cioè delle caratteristiche dei mercati. Nel  nostro Paese, dove il mercato finanziario è inefficiente, i valori di mercato non esprimono una stima attendibile del valore economico del capitale. Ragioni del divario:
il valore di mercato dipende da fattori esterni incontrollabili (svincolati dacapacità gestionali del management) quali efficienza dei mercati finanziari e rapporto tra domanda e offerta di titoli (o aziende) di un certo tipo.
Le quotazioni espresse dal mercato borsistico hanno per oggetto porzioni modeste del capitale azionario e nulla hanno a che vedere con il valore delle partecipazioni di controllo o comunque di quote significative del capitale proprio dell’azienda.
Con riferimento a un contesto di mercati efficienti (come il mondo anglosassone) si confrontano tesi opposte: le une individuano una sostanziale convergenza, nel lungo periodo, tra prezzi di mercato e valore economico; le altre ritengono “casuale” il comportamento dei corsi di borsa. In ogni caso la stima del valore di un’azienda non può affidarsi esclusivamente a quotazioni di borsa, ma deve in ogni caso appoggiarsi a metodi analitici.
Inoltre il ricorso a metodi analitici è inevitabile per la valutazione di aziende non quotate o quando la valutazione si inserisce in un problema di valutazione di alternative strategiche e non di azienda tout court.
B) Metodi analitici (risalgono al valore ricercato attraverso processi di stima, imperniati su grandezze finanziarie, reddituali, patrimoniali): finanziari, reddituali, patrimoniali e misti (patrimoniali-reddituali)

Tratto da FINANZA D'IMPRESA di Alessia Chiovaro
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