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Attuazione dei principi costituzionali per mezzo della legislazione speciale

L'ampio spazio dedicato alla materia del diritto del lavoro all'interno della Costituzione ha posto, però, non pochi problemi per la discrepanza rispetto al Codice civile del 1942. Il ruolo delle disposizioni codicistiche è stato del tutto ridimensionato, in quanto la carta costituzionale ha elevato ad elementi fondamentali molti aspetti della disciplina del lavoro. 
Successivamente alla Costituzione, quindi, è possibile distinguere due fasi temporali circa l'evoluzione del diritto del lavoro: all'interno della prima ci si è rivolti maggiormente verso un'INTEGRAZIONE DELLA DISCIPLINA CODICISTICA, tramite un perfezionamento della tutela "minimale" del lavoratore visto come soggetto contrattualmente debole e bisognoso di protezione (si pensi alla legge sul collocamento, sul contratto di lavoro a termine ecc); in una seconda fase, invece, si ha una maggiore tutela del lavoratore, considerato non più solo e solamente come un contraente debole nel rapporto di scambio, ma come un soggetto inserito in una rapporto di produzione, nonché come appartenente ad una categoria socialmente sottoprotetta. Emergono in tal senso temi come quello della "dignità sociale", della tutela contro la discriminazione e della parità di trattamento. 
Per garantire la dignità sociale di cui sopra vennero attuati diversi interventi, primo fra tutti quello avutosi con la L.604/1966 inerente la disciplina del licenziamento individuale: si garantì una maggior tutela del lavoratore tramite la limitazione dei poteri dell'imprenditore, attraverso strumenti quali l'introduzione del giustificato motivo e la nullità dei licenziamenti intimati per rappresaglia sindacale. 
Tramite, poi, lo strumento della "legislazione promozionale" si fece in modo di riequilibrare a favore dei lavoratori non solo i rapporti di potere all'interno dell'azienda, ma anche all'interno della società civile: è da questo presupposto che scaturì lo STATUTO DEI LAVORATORI, contenuto all'interno della L.300 del 20 maggio 1970, con la quale si garantì l'osservanza dei principi costituzionali nel rapporto tra lavoratore dipendente e datore di lavoro, tutelando la dignità e la libertà del lavoratore, oltre a tutelare il diritto al libero svolgimento dell'attività sindacale sul luogo di lavoro. Tutto ciò venne realizzato garantendo l'osservanza di uno dei principi cardini costituzionali, ossia quello previsto all'interno dell'art.3 inerente il diritto all'eguaglianza, facendo in modo di rimuovere "gli ostacoli di ordine economico e sociale che … impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione dei lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". 

Tratto da DIRITTO DEL LAVORO di Alessandra Infante
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