Un approccio interdisciplinare allo studio dello sviluppo

Le neuroscienze cognitive dello sviluppo possono essere definite come un ampio quadro di riferimento teorico multidisciplinare, il cui interesse è la comprensione di come forme e strutture biologiche complesse e fortemente organizzate possono emergere a partire da stati iniziali più semplici.
Neuroscienze e neuropsicologia hanno portato l'attenzione sul fatto che l'attività cognitiva è un prodotto del cervello, inducendo gli studiosi ad abbandonare la visione puramente funzionale della cognizione (approccio cognitivista): superamento della visione statica della struttura della mente e del suo sviluppo, propria dei modelli innatisti-modulari e dell'approccio cognitivista.
L'etologia (studio degli organismi nel loro ambiente naturale) ha portato l'attenzione sul ruolo che l'ambiente tipico della specie svolge nei processi evolutivi della filogenesi, ma anche nel corso dell'ontogenesi, quando l'ambiente specie-specifico può plasmare fortemente lo sviluppo del cervello e dei suoi processi cognitivi.
La genetica ha dimostrato come l'azione dei geni è indiretta e non lineare, perché influenzata da variabili ambientali (azione di altri geni: uno specifico tratto fenotipico viene espresso non da un singolo gene, ma da più geni in concerto). Inoltre, specie molto diverse possono condividere molti geni uguali: esiti estremamente diversi nel fenotipo possono emergere da differenze molto lievi a livello genetico.
L'embriologia indica come lo stesso tipo di interazioni che regolano l'espressione dei geni agiscono anche nella differenziazione cellulare e nella formazione dei tessuti, durante lo sviluppo dell'embrione: un'elevata complessità fenotipica può essere raggiunta a partire da una limitata quantità di geni.