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Variabili della scelta di finanziamento


Le variabili che intervengono nel processo decisionale della scelta di finanziamento sono il costo ed il rischio.

Costo (dell’operazione di finanziamento). Esso è determinato dalle seguenti quantità:
* l’importo del finanziamento ricevuto
* gli oneri periodici che esso comporta
* il valore di rimborso
* gli effetti dell’imposizione fiscale
* l’insieme dei costi di transazione (costi di ricerca della controparte, di informazione, di organizzazione dell’operazione e di gestione della stessa, etc)
Il metodo di calcolo del costo lordo del finanziamento è uguale a quello utilizzato per il calcolo del rendimento dell’investimento e utilizza i primi 3 dati. Si tratta infatti di un processo di attualizzazione che riconduce (mediante una procedura di sconto) tutti i flussi di cassa generati dal finanziamento al momento presente, determinando il tasso interno dell’operazione (il quale è un numero puro la cui utilità si esprime soprattutto nella sua confrontabilità – assunte certe cautele - sia rispetto al costo di finanziamenti alternativi, sia con il rendimento lordo degli investimenti effettuati)
Occorre in ogni caso tener presente:
- che tali confronti non tengono conto dell’effetto fiscale che, varia da soggetto a soggetto e da situazione a situazione e dei costi di transazione
- che (anche nel caso del finanziamento) i flussi futuri che non sono noti ex ante nel loro ammontare e quindi sono sottoposti a incertezza.

Il rischio. Il prenditore di fondi (per la sua posizione di debitore) è esposto a rischi in parte uguali e in parte diversi da quelli che caratterizzano le posizione dell’investitore, essi (intrinseci alla passività finanziaria) sono:
* rischio di tasso di interesse, (che tipicamente caratterizza i finanziamenti a tasso fisso): in caso di diminuzione dei tassi di mercato nel corso della durata del finanziamento, il prenditore di fondi si trova gravato da un costo del capitale -> di quello corrente
* rischio di cambio, che si concreta quando il prenditore sottoscrive una passività finanziaria denominata in una valuta diversa da quella in cui egli effettua i propri calcoli di convenienza economica e che è causato dalla possibile variazione del tasso di cambio tra le due valute: l’eventuale apprezzamento della valuta di finanziamento determina un maggiore costo di estinzione del finanziamento stesso.
* rischio di solvibilità o di “bancarotta”, correlato alla sostenibilità (da parte del prenditore e dal duplice punto di vista economico e finanziario) delle obbligazioni assunte con il contratto di finanziamento (pagamento della remunerazione, restituzione del capitale alle scadenze convenute)
* rischio di instabilità delle fonti di finanziamento utilizzate, che dipende sia dalla scadenza del finanziamento negoziato, sia dall’eventuale esistenza di clausole contrattuali (dette covenants) che disciplinano il comportamento del prenditore e possono determinare (qualora da questo non rispettate) il diritto del finanziatore a chiedere il rimborso prima della scadenza. Il rischio di instabilità  ha incidenza ed effetto tanto più marcati quanto più rigido e durevole è il fabbisogno finanziario e quanto minori sono le opportunità di mercato di sostituire le fonti di finanziamento.
* rischio di condizionamento da parte del finanziatore, quando questi abbia contrattualmente il diritto di intervenire nell’indirizzo dell’attività dell’impresa. Questo è tipicamente il caso del finanziamento nella forma dell’emissione/sottoscrizione di titoli azionari.

Le relazioni logiche tra costo e rischi. In linea generale è corretto presumere che il prenditore di fondi, secondo razionalità, abbia l’obiettivo di minimizzare il costo del finanziamento, dopo le imposte, assumendo come vincoli determinate soglie dei diversi rischi che possono essere compendiati in una generale esigenza di stabilità e di controllabilità delle fonti di finanziamento. L’osservazione della realtà indica che fra costo e stabilità/controllabilità sussiste una relazione inversa: infatti, nella gran parte dei casi, il prenditore di fondi ha la possibilità di utilizzare forme di finanziamento che consentono maggiore protezione dai rischi a condizione di sostenere un costo maggiore.

Inoltre occorre tener presente che tra i rischi menzionati sussiste talvolta una relazione inversa (es il finanziamento azionario da un lato minimizza il rischio di solvibilità e instabilità, ma espone il soggetto a notevoli rischi di condizionamento)

Le funzioni e le caratteristiche degli strumenti finanziari
In prima istanza, lo scambio diviene concretamente realizzabile se esiste la possibilità di definire i diritti e doveri di ambo le parti contraenti, in modo che le rispettive funzioni obiettivo trovino contestuale soddisfazione, in particolare per quanto concerne i due profili principali di rendimento/costo e ripartizione del rischio. Lo scambio finanziario si concreta quindi nella formazione di un’attività (passività) finanziaria che anzitutto definisce un credito (debito) e ne qualifica gli aspetti economici, finanziari e tecnici. Quindi ogni attività finanziaria sottintende un contratto, anzi è una modalità di contrattualizzazione: essa viene comunemente denominata “strumento finanziario” proprio per indicare che la definizione contrattuale è strumentale alla realizzazione dello scambio finanziario.
La diversificazione degli strumenti finanziari costituisce una condizione fondamentale affinché possono ampliarsi le opportunità di scambio fra i soggetti della domanda e dell’offerta di fondi. Il processo costante di diversificazione, specializzazione e innovazione degli strumenti finanziari è un fattore di evoluzione, di sviluppo e di perfezionamento dei mercati finanziari, in quanto aumentano le probabilità che le preferenze degli investitori e dei prenditori trovino contemporanea soddisfazione: ne deriva una migliore efficienza allocativa del risparmio.  L’evoluzione e l’innovazione degli strumenti finanziari sono:
- in buona parte determinate (all’interno dei mercati, in modo spontaneo) dagli stessi attori della domanda e dell’offerta
- favorite da numerose condizioni di contesto (tra cui l’efficienza organizzativa dei mercati finanziari), la funzionalità e l’efficacia del sistema giuridico, e il progresso tecnologico) 
- favorite e accelerate dagli intermediari, la cui attività consiste anche nella produzione di strumenti finanziari

Tratto da IL SISTEMA FINANZIARIO di Alessia Chiovaro
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