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I ruoli nel romanzo Fede e bellezza

Il fondamento autobiografico del romanzo si coglie nel protagonista maschile, Giovanni. Addirittura da una smagliatura narrativa, un lapsus: l'autore si proietta talmente a fondo nel suo personaggio da fare slittare il racconto dalla terza alla prima persona. E tale svista passa indenne attraverso le revisioni del '40 e del '52, probabilmente perchè, pur ravvisandolo, decide di salvaguardarlo.

Se fulcro del romanzo è Giovanni, Maria è comunque essenziale: con lei compie il cammino di espiazione. Quando Maria muore, non c'è paradiso, ma solo fede nell'attesa, accettare il dolore come mezzo di espiazione e continuare a pregare. Tale episodio richiama la morte di Monica, nel IX libro delle Confessiones. La duplicità connota Maria fin dal nome. Come peccatrice pentita, è Maria di Magdala. Come casta sposa, è Maria Vergine, e svolge un ruolo materno per Giovanni.

Sovradeterminato è anche il nome del protagonista. Esso evoca anzitutto Don Juan, il cui personaggio di Tommaseo ripete la sensualità, ma in chiave di pentimento e di contrapposizione. Sul piano della simbologia sacra, Giovanni è l'apostolo cui Cristo affida la madre. Ed è anche il Battista, colui che annuncia il vero all'umanità renitente, e per questo è disposto anche a morire.
Il Battista è la faccia eroica di un ruolo che la modernità degrada: il ruolo profetico dell'intellettuale. Tommaseo, che vive tutte le difficoltà del mestiere, si ostina tuttavia a considerarlo una missione.

Tratto da STUDI SULLA CONFESSIONE LETTERARIA di Domenico Valenza
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