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Integrazione tra servizi socio-sanitari e assistenziali


Va poi segnalata, entro l'ultima direzione di ricerca, una prima evoluzione circa il modo di precisare la qualità delle cure. Ci riferiamo allo sforzo per integrare servizi socio-assistenziali e sanitari. Entro singole strutture di erogazione, anzitutto pubbliche, per migliorare la qualità dei servizi entro mix di servizi socio-sanitari.
La spinta all'integrazione in gestioni unitarie dei servizi socio-assistenziali e sanitari è un campo specifico di evoluzione del tema qualità nel welfare state connesso ai servizi alle persone.
La prima decisione sul welfare mix socio-sanitario l'abbiamo presa al consiglio sanitario nazionale del giugno 1984. Si è accertato, allora, che ci sono bisogni di cure i quali possono essere affrontati solo integrando somministrazioni interconnesse di prestazioni sociali e sanitarie. La carenza dei servizi socio-assistenziali si ripercuote su quelli sanitari. Alcune attività connesse a funzioni socio-assistenziali devono essere riconosciute come aventi rilievo sanitario e meritano perciò finanziamenti dal FSN.
Il far riconoscere, poi, i ruoli gestionali di nuovi attori sociali, di privato sociale, ma anche di famiglie con risorse assistenziali disponibili e pubblicamente remunerabili, è stato un altro incentivo a favore del mix in esame, da parte del terzo settore.
L'articolo 3 del Dlgs 229/99 distingue tra:
prestazioni sociosanitarie ad elevata integrazione sanitaria che saranno assicurate dalle aziende sanitarie. Sono attività che riguardano la promozione della salute, la prevenzione, l'individuazione, la rimozione e il contenimento di esiti degenerativi e invalidanti di patologie congenite e acquisite.
e prestazioni sociali a rilevanza sanitaria di competenza dei comuni. Sono definite come “tutte le attività del sistema sociale che hanno l'obiettivo di supportare la persona in stato di bisogno, con problemi di disabilità o di emarginazione che condizionano lo stato di salute”.
L'interesse alla qualità delle cure socio-sanitarie nasce, in Europa occidentale, in relazione ad almeno 4 STIMOLI, oggettivi e intersoggettivi:
in primo luogo, nasce nel corso di anni di riconosciute espansioni della spesa pubblica sanitaria e dei connessi aumenti dei prelievi tributari e contributivi, che fanno nascere la domanda se la qualità sia pari alla quantità degli oneri per i contribuenti. La domanda di qualità delle cure emerge, dunque, più in generale per effetto di critiche a gestioni di stato sociale ritenute troppo stataliste, troppo burocratiche, troppo costose, troppo asimmetriche e poco attente alle esigenze degli utenti e dei loro familiari.
L'attenzione ai problemi della qualità è, in secondo luogo, apparsa come connessa alla percezione che il vecchio e glorioso modello di welfare state universalistico non fosse più adeguato ai cambiamenti sociali della popolazione. Si riducono i bisogni che possono essere soddisfatti con compensi in denaro o beni materiali e crescono i bisogni di servizi di promozione e recupero verso persone che sono divenute povere anzitutto per deficit di integrazione e di identità personale, su basi psico-sociali ( “i nuovi poveri”). Per tutti costoro occorrono sempre più servizi alle persone, interpersonali, non assicurabili per via di interventi burocratici. Sarà questo cambio parziale di fabbisogni di assistenza a sollevare il problema della qualità delle prestazioni di servizio.
LUHMANN, sin dal 1981, ha avanzato questa critica al welfare state in Teoria politica nello stato del benessere. Dalla crisi qualitativa dei servizi del welfare state alle persone, non si esce continuando ad espandere i soli due strumenti a disposizione dello stato sociale (risorse economiche e finanziarie del bilancio statale e poteri di coercizione). Quanto più aumenta la pressione delle sempre nuove rivendicazioni di benefici da parte degli elettori utenti e quanto più aumentano le “nuove povertà”, tanto più lo stato sociale entra in crisi, non  solo economico-finanziaria.
Vi è stato anche un terzo stimolo a porre il problema della qualità come centrale per il superamento della crisi del welfare state: e ciò per risposta ai cambiamenti in positivo nel modo di vivere nella maggioranza della popolazione. Il miglioramento dei redditi medi, dei livelli di istruzione, l'esplosione dei ceti medi, l'aumento informativo dai multimedia, sono tutti fenomeno sociali che portano ad alzare il livello di interessamento personale della gente alla propria salute e alla buona visibilità dei propri corpi in salute, come ricerca del benessere in termini di qualità della vita più che in termini di garanzie di beni materiali.
Un'altra esplosione della domanda di qualità si esprime in direzione di rapporti più personalizzati con medici curanti e più informazioni da assumere da parte del paziente specie con patologie serie.

Tratto da VALUTARE LA QUALITÀ IN SANITÀ di Angela Tiano
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