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Definizione di barriere all’uscita - entrata potenziale e contendibilità

Facciamo riferimento a un modello che ha condizioni troppo restrittive che non si verificano effettivamente nella realtà, però ha consentito di acquisire elementi nuovi che fino a quel momento non erano stati messi in luce. Nel 1982 è stato introdotto il concetto di contendibilità e di barriere all’uscita.
Le barriere all’uscita sono i sunk costs, ossia i costi irrecuperabili. Secondo questa teoria anche in un contesto strutturale in cui il potere dell’impresa presente sul mercato è massimo, cioè in una situazione di monopolio, si possono determinare delle circostanze nelle quali il monopolista non è in grado di esercitare effettivamente il suo potere. Ciò è attribuibile alla concorrenza potenziale, non necessariamente alla concorrenza reale, perché in quel mercato non esistono competitors. Può essere che anche in questa situazione il monopolista non possa esercitare il suo potere. Per timore che qualcuno entri il monopolista non utilizza a pieno il suo potere di mercato.
Le IPOTESI su cui si basa il modello Bobol, Panzer, Willing:
- LIBERTÀ DI ENTRATA : non ci devono essere barriere all’entrata, per cui un’impresa può entrare (se è nelle condizioni per poterlo fare) liberamente.
- NATURA PERFETTAMENTE RECUPERABILE DEI COSTI FISSI : non ci devono essere costi irrecuperabili.
- PERFETTA MOBILITÀ DELLA DOMANDA : non ci devono essere costi di cambiamento. Di fronte all’entrata ad un prezzo leggermente più basso rispetto a quello monopolistico, l’entrante attrae più clienti.
La situazione è quella nella quale esiste un produttore monopolista e minaccia di entrata da parte di rivali. Il monopolista non fissa i prezzi di monopolio, perché ha paura che qualcuno entri, attratto dai prezzi di monopolio. Questo fa si che i nuovi entranti potrebbero entrare, questo determinerebbe un abbassamento del prezzo, dopo di che non crescono. C’è una situazione in cui il prezzo è molto elevato, se il monopolista esercita il suo potere, e ci sono le tre condizioni, chi entra, entra con prezzi alti, nel momento in cui il prezzo si abbassa, questo esce dal mercato. Il cliente deve essere libero, non vincolato, e quindi l’acquisizione del cliente non deve portare dei costi, costi di cambiamento.
Ad esempio le imprese che operano con una struttura organizzativa che si presta a fare un prodotto affine, tipo tavoli e sedie, se i prezzi delle sedie sono altissimi, non esistono barriere all’entrata, non esiste differenziazione del prodotto, è un prodotto omogeneo. Chi entra è attratto da prezzi elevati, fa un’operazione di scrematura, e poi esce. Ci deve essere la natura perfettamente recuperabile dei costi fissi, inoltre la domanda non deve essere fidelizzata per non avere costi di cambiamento.
L’industria deve quindi produrre un prodotto omogeneo, non differenziato, attraverso una struttura dei costi accessibile sia per un monopolista incumbent che per un nuovo entrante. Il monopolista se fa prezzi di monopolio attrae l’entrata, se è saggio non deve fare prezzi di monopolio, se no l’impresa entra, questo implica che ci sia perfetta mobilità della domanda. Il modello ha delle rigidità che lo rendono non funzionante: il monopolista ha difficoltà a modificare il prezzo nel breve periodo. Quindi è ovvio che chi entra fa un prezzo più basso e attrae più clienti. Il cliente cambia così fornitore e si rivolge al nuovo. Dopo di che quando l’incumbent inizia a fare meno profitti, abbassa i prezzi, e a questo punto i nuovi entranti escono senza problemi, perché i costi sono perfettamente recuperabili. Cedono i beni ammortizzabili, vendendo le apparecchiature senza perdite. Non ci vogliono investimenti specifici, se non si riescono a recuperare i costi dal mercato di seconda mano.
LIMITI DI QUESTA TEORIA:
- Sulla perfetta libertà di entrata non ci sono problemi particolari.
- Se la natura dei costi di produzione è irrecuperabile, il modello non tiene. Questo però ha permesso di evidenziare le barriere alle uscite, ossia il fatto di aver fatto degli investimenti rappresenta un vincolo, perché si perdono le risorse. Questo è un primo elemento di debolezza del modello.
- L’incumbent non può modificare i prezzi nel breve periodo. Questa ipotesi non esiste nella realtà, la prima cosa che fa il monopolista è cambiare i listini prezzi.
Il modello permette di scoprire i COSTI DI CAMBIAMENTO. Accanto alla debolezza del fatto che il dominante non può modificare il prezzo e che la domanda è perfettamente libera, cambiare un fornitore non è sempre facile, ci possono essere elevati costi di transazione e di apprendimento del prodotto.
Inoltre le imprese cercheranno di rendere costoso, difficile il cambiamento, attraverso le loro politiche. L’effetto dei costi di cambiamento è che i prodotti che sono identici, si differenziano dopo il cambiamento. Se ci sono costi di cambiamento, non c’è perfetta mobilità della domanda.
Un’impresa è contendibile quando può essere scalata, cioè quando non esistono ostacoli, alla scalata dell’impresa.

Tratto da ECONOMIA INDUSTRIALE di Valentina Minerva
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