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L’unicità del presupposto e l’unicità dell’obbligazione nel diritto amministrativo


Una questione che non si può fare a meno di affrontare per i suoi riflessi pratici oltre che teorici è quella se a ciascun presupposto corrispondano una o più obbligazioni.
La tesi della pluralità riscontra favori soprattutto in quella parte della dottrina che nega la fonte legale dell’obbligazione predetta, collegandone viceversa la nascita ai vari atti definiti per l’appunto impositivi; con il corollario che, se più sono questi ultimi pur con riferimento allo stesso presupposto, sarebbe dato individuare altrettanto autonome ancorché collegate obbligazioni.
Viceversa, chi propende per la concezione della fonte legale dell’obbligazione non ha alcuna difficoltà a configurare in termini unitari l’obbligazione che scaturisce dal singolo e specifico presupposto pur quando la sua attuazione avvenga in epoche diverse e frazionatamente.
È opportuno far presente che alcuni presupposti (come il possesso di un reddito o di un patrimonio)  mostrano carattere non istantaneo bensì tendenzialmente continuativo; ciò induce il legislatore, per ovvi motivi, a ripartire il presupposto in una pluralità di frazioni, rapportandole ad intervalli temporali predeterminati che si sogliono designare con il nome di periodi di imposta, ad ognuno dei quali corrisponde una distinta ed autonoma obbligazione.
Va soggiunto che la funzione del periodo di imposta può anche essere quella, di segno opposto, consistente nell’unificare una pluralità di situazioni, ciascuna delle quali di per sé suscettibile di assurgere al rango di singolo presupposto, dando così vita ad un’obbligazione unica (si pensi in proposito all’IVA, gravante sulle singole operazioni imponibili; operazioni che il legislatore provvede peraltro ad unificare nell’arco dell’anno solare).

Tratto da CONCETTI SUL DIRITTO TRIBUTARIO E SULL'IVA di Stefano Civitelli
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