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Consuetudini ed usi della colpa specifica

Consuetudini ed usi della colpa specifica


2_ Regole cautelari costituite dalla consuetudine e dagli usi.
Es. è un uso altamente consolidato quello di evitare che i bambini possano entrare in ossesso di oggetti pericolosi (coltelli).
Anche questa 2° forma di giuridicizzazione delle regole cautelati presuppone che si tratti di attività e comportamenti che tendono a ripetersi con una certa uniformità, dato che altrimenti non sarebbe possibile la formazione della consuetudine comportamentale.
La regola consuetudinaria proprio perché non è rigidamente cristallizzata in un testo scritto normativo, consente una maggiore adattabilità della regola cautelare alle peculiarità del caso concreto. Inoltre, in ragione della “quotidianità” e della diffusione sociale di questo genere di attività, il contenuto della cautela è privo di tecnicismo così che l’elaborazione della relativa regola può essere affidato alla produzione spontanea dell’uso.
Infine, tale tipi di regola cautelare, proprio per essere il risultato di una ripetizione costante, uniforme e spontanea, è in grado di esprimere la soglia di accettazione del rischio condivisa dalla comunità in relazione all’orientamento ai valori da essa assunto. Ciò attribuisce alla regola cautelare una certa flessibilità anche nel tempo e nello spazio di cui il giudice dovrà tener conto nell’accertamento della colpa.
La duttilità della regola cautelare consuetudinaria dipende non solo dal fatto che essa è capace di meglio adattarsi alle molteplici e differenziate situazioni obiettive in cui è svolta una certa attività pericolosa, ma oltre ciò essa è capace di adattarsi diversamente alla varie caratteristiche e condizioni del soggetto agente dalle quali dipende la diversa capacità soggettiva di reagire alla situazione di pericolo.
L’incidenza delle caratteristiche e delle capacità soggettive nell’individuazione delle regole cautelari consuetudinarie è notevole perché può portare sia alla loro differenzazione3, sia anche al loro abbandono a favore di una regola “individuale” non standardizzata e dunque fuori dalla consuetudine. È questa l’ip. delle c.d. conoscenze superiori, che si ha quando il soggetto agente concreto è munito di particolari conoscenze, che egli solo possiede e che gli rendono riconoscibile/evitabile un pericolo che non sarebbe fronteggiabile con la regola consuetudinaria.
Ovviamente, le conoscenze inferiori dell’agente non possono portare ad un abbassamento della cautela doverosa sotto la standard consuetudinario minimo relativo a quel tipo di attività.

Tratto da DIRITTO PENALE di Beatrice Cruccolini
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