Skip to content

Le origini dell’espansionismo americano del XIX secolo – John L. Thomas


Negli anni novanta cominciava a farsi strada il timore che gli Stati Uniti rischiassero di rimanere indietro nella corsa ai nuovi territori e mercati. Man mano, era ormai chiaro che non si poteva più guardare con indifferenza alla scena mondiale. Dopo il 1875 i businessmen americani iniziarono a chiedere un accesso più diretto al mercato mondiale. Espansionisti e antiespansionisti discutevano su quale dovesse essere il ruolo migliore per gli Stati Uniti, osservando i mercati d’oltremare.

Anche la situazione interna degli Stati Uniti contribuiva a concentrare l’attenzione sulle possibilità esistenti all’estero. Molti americani erano ben coscienti del tramonto di un’era in cui la terra libera e la mobilità geografica erano state una realtà essenziale. La frontiera, simbolo delle apparenti possibilità illimitate americane, aveva dominato per duecento anni l’immaginario del paese. Per la generazione degli anni novanta, l’estensione di frontiera ai territori d’oltremare ravvivò il vecchio senso di missione e intraprendenza, come se la risposta ad una caduta di certezza in patria fosse il vigoroso perseguimento dei fini democratici all’estero.

Tratto da STORIA DEL MONDO CONTEMPORANEO di Domenico Valenza
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.