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Attentati suicidi a Fiumicino e a Vienna

27 dicembre 1985

Alle nove del mattino, un commando terroristico formato da quattro uomini entra nell'atrio dell'aeroporto Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino e si posiziona di fronte ai banchi accettazione delle compagnie aeree El Al e Twa. Poco dopo i quattro uomini, armati di kalashnikov, cominciano a lanciare bombe a mano e a sparare sulla folla assembrata davanti ai banchi del check-in e nel bar vicino. Gli agenti della sicurezza israeliani e le forze dell'ordine italiane rispondono al fuoco; circa due minuti dopo tre attentatori sono uccisi e il quarto catturato. L'attentato provoca tredici morti e settantasette feriti.
Contemporaneamente, in Austria, un commando formato da tre terroristi mette in atto lo stesso tipo di azione all'aeroporto Schwechat di Vienna, provocando tre morti e quaranta feriti.
I giovani che formano i commando di Fiumicino e Vienna sono di età compresa tra i venti e i venticinque anni circa, provengono dai campi di Sabra e Chatila in Libano e considerano se stessi palestinesi. L'azione che hanno intrapreso è stata concepita come un'azione suicida.
Questa nuova manifestazione del terrorismo internazionale di matrice palestinese ha risultati politici disastrosi sia per l'Olp che per i suoi sostenitori in Europa, mettendo inoltre in serio pericolo i tentativi di dare vita a colloqui di pace in Medio Oriente.
Gli atti terroristici sono rivendicati da quattro gruppi diversi. La prima rivendicazione giunge il giorno stesso dell'attentato, alle 16.30, con una telefonata alla rete radiofonica spagnola Ser: l'attentato è rivendicato a nome dell'organizzazione Abu Nidal nella Costa del Sol. La seconda rivendicazione, che riguarda l'attentato di Vienna, è fatta attraverso una telefonata a una stazione di polizia austriaca: rivendica l'attentato a nome di un'organizzazione chiamata Ottobre Rosso. La terza rivendicazione, per entrambi gli attentati, giunge ad un'agenzia di stampa internazionale a Beirut ed è fatta a nome di un'altra organizzazione, le Cellule della guerriglia araba. La quarta rivendicazione giunge all'Agenzia Ansa di Milano e rivendica l'attentato a nome dell'OLP dichiarando: «Abbiamo colpito a Roma e a Vienna perché l'Italia tiene prigioniero un nostro capitano».
Nonostante queste diverse rivendicazioni, gli attentati saranno infine attribuiti ad Abu Nidal, la cui fazione rappresenta una delle ali più estreme di tutto il terrorismo palestinese.

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