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Elezioni: non scatta il premio di maggioranza per De Gasperi

7 giugno 1953

L'Italia va al voto con una nuova legge elettorale, che passerà alla storia con il nome di "Legge Truffa", la quale prevede un premio di maggioranza per la colazione che raggiunga il 50 percento dei voti. La riforma della legge elettorale ha, però, provocato gravi lacerazioni anche all'interno della maggioranza. Dai partiti laici alleati alla Dc escono personaggi che si presentano alle elezioni in formazioni nate appositamente per impedire alla coalizione formata da Dc, Psdi, Pli, Pri, Partito sardo d'azione, Sud Tiroler Volkspartei e Partito Popolare Sudtirolese di ottenere il quorum. La percentuale non viene, infatti, raggiunta anche in virtù dell'azione di queste piccole liste laiche di dissidenti - Up (Unità popolare), guidata dal liberale Corbino, e Adn (Alleanza democratica nazionale) con alla testa Calamandrei, Parri e Codignola - che raccolgono rispettivamente lo 0,5 e lo 0,6%. Una manciata di voti, dunque, che sono però sufficienti ad impedire la realizzazione del progetto di "democrazia protetta" che De Gasperi si proponeva di realizzare con la riforma della legge elettorale. Il cartello di partiti da lui guidato raggiunge solo il 49.8% e nel corso della seconda legislatura verrà poi ripristinato il proporzionale puro con la cancellazione del premio di maggioranza appena introdotto. La sconfitta politica del progetto degasperiano comporta la caduta dell'anziano leader della Dc.

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