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Il X Congresso Nazionale del Psdi

31 gennaio - 8 febbraio 1956

Si svolge a Milano il X Congresso Nazionale del Psdi. Il segretario del partito, Matteo Matteotti, nella sua relazione al Congresso, pur prendendo atto che il Psi ha abbandonato la politica del «tanto peggio, tanto meglio», ribadisce, in contrasto con la linea della sinistra del suo partito, la impossibilità di intraprendere una effettiva collaborazione con i socialisti, a causa dei suoi legami con il Pci. Anche per Saragat, il Psi deve «scendere senza ambiguità sul terreno della democrazia politica», in quanto Nenni si è posto sul «terreno fangoso della dittatura». La sinistra socialdemocratica, al contrario, critica duramente la partecipazione del Psdi ai governi quadripartiti e Ugoberto Alfassio Grimaldi denuncia la condizione di subordinazione, di clientelismo, di autoritarismo e di distacco dalla vita delle masse in cui versa il partito. La sinistra del partito spinge per una collaborazione con il Psi che porti, in tempi brevi, ad un nuovo partito unificato. Faravelli, nel suo discorso al Congresso, cerca di evidenziare alcuni tratti di questa posizione : «Si dice che il Psi non è un partito democratico, e ciò se è vero per i dirigenti, non è vero per la base. Sarebbe opportuno chiedersi se è più democratico il Psi o le concentrazioni di Pella e di Scelba ed il gruppo Malagodiano [...] una politica di unità socialista non significa fusione con il Psi né immediata né prossima né implica la certezza a priori che la fusione debba essere necessaria». Per Faravelli, l'unità socialista deve essere intesa ed attuata «come un processo di sperimentazione» che accomuni, «sulla base dell'azione pratica, i due partiti uniti nell'assunzione di comuni responsabilità di governo e nelle amministrazioni locali». Le condizioni per un incontro con il Psi stanno per Romita, invece, in una politica estera socialista : per "ridiventare" indipendente il PSI deve "ridiventare" europeo e, per tornare a operare nella vita italiana, esso non deve più restare con i comunisti «che non sono né a destra né a sinistra, ma all'Est». Il Congresso, che si conclude con la vittoria della corrente di centro (Matteotti - Saragat) favorevole a continuare una politica governativa con la DC, conferma come segretario Matteo Matteotti, anche se il personaggio di maggiore rilievo all'interno dei socialdemocratici rimane Saragat.

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