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Gardini acquisisce il 14% di Montedison

9 ottobre 1986

Raul Gardini informa il presidente dell'Olivetti Carlo De Benedetti di essere in possesso di circa il 10% della Montedison e gli offre 4.500 lire per ogni azione rastrellata da lui nei giorni precedenti. De Benedetti, persa l'opportunità di lanciare un'Opa sul capitale della Montedison, accetta la proposta di Gardini realizzando un buon utile dal lavoro fino a quel momento svolto. De Benedetti, che ha acquistato le azioni a un prezzo medio di 3.500 lire, realizza un guadagno di circa 50 miliardi di lire. La chiave di volta della transazione è stata la rapidità con cui viene conclusa: Gardini, infatti, ha lasciato a De Benedetti appena mezz'ora di tempo per decidere, troppo poco per mettere in atto mosse alternative.
Quello stesso pomeriggio, parte da Ravenna un comunicato stampa: «Raul Gardini, presidente del GF, comunica di aver aumentato attraverso le controllate Agricola Finanziaria e Silos di Genova la propria partecipazione in azioni ordinarie Montedison dall'1,7% al 14,5% circa. Raul Gardini, Gianni Varasi, Fabio Inghirami e Adone Maltauro hanno deciso di operare con omogeneità di intenti per lo sviluppo delle attività sociali del gruppo Montedison». Fra tutti controllano circa il 30% della società di Foro Buonaparte e Gardini possiede circa la metà di questo pacco azionario.
Insieme al presidente del GF, che ha la possibilità di diventare il nuovo padrone della Montedison, ha vinto e perso anche Mario Schimberni: ha vinto perché Cuccia non è riuscito ad impadronirsi della Montedison, ha perso perché muore il suo progetto di fare di Foro Buonaparte una public company".
L'entrata nella Montedison del gruppo di Ravenna rappresenta la conferma che il prestigio e la leadership assoluta di Cuccia non sono più indiscusse come un tempo. La volontà d'indipendenza e di autonomia del presidente del GF preoccupano molto Mediobanca, desiderosa della sconfitta di Schimberni ma costretta a vedere Montedison gestita da un imprenditore come Gardini, non condizionabile e insofferente delle logiche dei salotti buoni.

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