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La sezione competenze nel CV - Parte 1: competenze hard o soft?

11 settembre 2019

Dopo aver faticato per dare una forma ottimale ed interessante ai tuoi studi e alle esperienze lavorative, è ora di affrontare il capitolo competenze.

Questa area del CV deve riassumere le tue abilità, innate o acquisite grazie a studi ed esperienza, in modo da convincere il recruiter che tu puoi dare un valore aggiunto all'azienda per cui lavorerai.

Anche per questa sezione vige la regola, mai abbastanza ribadita, di selezionare con cura le competenze da trasmettere.
Per farlo poniti tre semplici domande:
- Quali competenze sono indicate nell'offerta di lavoro (se stai rispondendo ad un annuncio)?
- Rispetto al settore in cui opera l'azienda e alla sua posizione nel mercato, quali possono essere le sue esigenze?
- Quali sono le qualità che pensi debba avere chi ricopre quella posizione in azienda?

Una volta stabilito qual è il profilo che può portare maggiori benefici all'azienda, modella il tuo CV in base a queste caratteristiche.
Ovviamente non devi mentire o diventare qualcun altro.
Devi solo evitare di creare un CV con lunghi elenchi di competenze, magari secondarie.
Il tuo obiettivo è che il recruiter esclami: "È proprio quello che stavamo cercando!".

Cosa si intende con competenze o skills?
Bisogna innanzitutto distinguere tra le competenze hard e soft.

Le prime sono quelle misurabili, verificabili, quelle che sarebbe meglio presentare accompagnate da una qualche certificazione: conoscenza delle lingue, abilità nell'utilizzare un determinato programma, competenze scientifiche, corsi di approfondimento, patentini...

Le competenze soft, invece, sono più indefinite e riguardano la tua personalità, come ti relazioni con gli altri, come sai gestire e risolvere problemi e richieste.
Queste competenze non sono misurabili, sono meno dimostrabili sulla carta e il recruiter deve affidarsi alle tue parole e cercarne conferma durante il colloquio o nelle lettere di referenze.

Sono più importanti le competenze hard o quelle soft?
Qualche tempo fa la risposta sarebbe stata semplice: meglio dare importanza alle competenze hard, che sono misurabili e quindi danno maggiore sicurezza al recruiter.
Negli ultimi anni però il panorama lavorativo è cambiato.
Si richiede al lavoratore molte più competenze trasversali e ibride.
Quindi, stabilito che, se viene richiesta una competenza tecnica specifica (ad esempio la conoscenza di un linguaggio di programmazione), non puoi non indicarla, non devi dimenticare che le competenze soft possono colpire favorevolmente il recruiter distinguendoti da altri candidati con le tue stesse competenze.

La sezione competenze nel CV - Parte 2: come inserirle?
La sezione competenze nel CV - Parte 3: focus sulle competenze hard
La sezione competenze nel CV - Parte 4: focus sulle competenze soft