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Lo sviluppo dell'empatia in età infantile valutato mediante l'IAT - Implicit Association Test

Lo studio presentato è una ricerca empirica sullo sviluppo dell’empatia in età infantile, in particolare lo scopo della ricerca è quello di esaminare in maniera implicita il grado di empatia che presentano i bambini dai 9 ai 12 anni. L’empatia è semplicemente la capacità che ci permette di percepire gli stati emotivi e mentali di un’altra persona.
Il termine nel corso degli anni è stato oggetto di studio di molti autori che ne hanno dato diverse interpretazioni. Teorie contrapposte si trovano anche per quanto riguarda lo sviluppo di questa capacità, ci sono i sostenitori dell’empatia innata e c’è anche chi sostiene che l’empatia si sviluppa in maniera graduale, da forme più semplici a più complesse. Nei bambini la capacità empatica può risultare leggermente più complessa da individuare, in quanto ogni comportamento apparentemente empatico, può nascondere una forma di egoismo inconscia.
Per tale ragione lo scopo della ricerca è la costruzione e validazione di uno strumento che permetta di individuare la reale capacità empatica nei bambini, ciò in modo indiretto ovvero senza la loro consapevolezza. Lo strumento che si è deciso di somministrare è lo IAT, Imlicit Association Test, di Greenwald e colleghi. La logica sottostante allo IAT si basa sull’inferenza degli atteggiamenti cognitivi in base ai tempi di risposta che si registrano in compiti di categorizzazione.
La costruzione dello strumento è affiancata dall’utilizzo di test di intelligenza e personalità. Il test di personalità utilizzato è il questionario Big Five nella sua forma ridotta e adatta ai bambini, la forma Children. Per quanto riguarda il test di intelligenza, si è scelto di utilizzare un test di intelligenza non verbale, le Matrici di Raven nella forma colore, più appropriate per la somministrazione a bambini.

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4 INTRODUZIONE Il pianto di un bambino, le urla di gioia, la paura, la rabbia, lo stupore, l’ansia … sono emozioni facilmente esprimibili con il linguaggio del corpo e, soprattutto, degli occhi. Ma sono emozioni altrettanto comprensibili e percepibili da chi ci sta di fronte? Si sa che l’essere umano sia l’essere vivente più intellettualmente evoluto tra tutti ed è proprio una capacità particolare che permette di cogliere le emozioni altrui. Stiamo parlando dell’empatia, una delle capacità cardine che guidano ogni comportamento e ogni azione. Saper percepire cosa l’altro prova è forse tra le migliori capacità che contraddistinguono l’uomo. Una carezza, una parola di conforto, un abbraccio sono dei segni assolutamente normali, ma in momenti opportuni sono l’unica cosa di cui si ha bisogno. Basta solo riuscire a capire quale sia lo stato emotivo e mentale della persona che ci sta di fronte. Spesso ci si chiede se anche i bambini siano in grado di percepire cosa provano gli altri, cioè se i bambini hanno reali capacità empatiche. Osservandoli si percepisce che hanno qualcosa di diverso rispetto agli adulti, riescono infatti con semplicità ad approcciarsi ai coetanei. A volte sembra proprio riescano a percepire cosa provano gli altri, quando ad esempio abbracciano un genitore che ha lo sguardo triste o quando si rattristano vedendo un amico o un compagno triste. Ma queste espressioni sono reali capacità empatiche o si tratta di una forma di imitazione? Questa domanda ha spinto vari autori a compiere studi sull’empatia in età infantile ed è anche il quesito che ha portato alla realizzazione di questo lavoro. Quello infantile è un universo di contraddizioni e studi contrapposti, e allora con questo progetto si vuole provare a verificare il reale sviluppo dell’empatia nei bambini di una particolare fascia d’età, ovvero dai 9 ai 12 anni.

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Rita Panepinto
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2015-16
  Università: Università Telematica Internazionale Uninettuno
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Discipline Psicosociali
  Relatore: Ileana Di Pomponio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 90

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