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La cultura urbanistica italiana e la legge n.1150 del 1942


1932: primo progetto in Italia di una legge generale urbanistica.
1942: legge urbanistica nazionale n. 1150

Sintesi del dibattito disciplinare degli anni '10 e '20.
1. Abolire la distinzione fra:
• Piano delle parti interne;
• Piano dell'espansione.

2. Unico piano per l'intero territorio comunale.
3. Obbligatorietà del piano per:
• centri con più di 10000 abitanti;
• capoluoghi di provincia;
• centri con meno di 10000
ma dal riconoscibile carattere urbano o bisognosi di disciplinare lo sviluppo.
4. Visione globale: svincolarsi dal limitativo rispetto della dichiarazione di pubblica utilità per ogni singola opera intrapresa. Ciò prevedeva un unico strumento urbanistico volto a evitare un'eccessiva diversità di linguaggio.
5. Necessità di una gerarchia di piani a diversi livelli.
6. Adozione del principio della zonizzazione (zoning).

Perché una legge? Per dare unitarietà e coerenza al progetto urbanistico, necessarie all'affermazione della disciplina in Italia. Necessità di un riconoscimento istituzionale. Per far sì che la legge urbanistica fosse uno strumento per la legittimazione politica della disciplina.

Permanenze e direttive
Accolta la dimensione territoriale del piano.
Elemento guida della consequenziale “cascata” di livelli di piano.
Vengono meno parte delle direttive per la zonizzazione delle grandi infrastrutture.
Dimensione gerarchica dei livelli di pianificazione. Deve esserci un piano urbanistico che preceda quello comunale e che quindi interessi la scala territoriale. A livello territoriale bisogna affrontare problemi come la gestione delle vie di comunicazione, la localizzazione delle discariche, delle centrali, degli aereoporti, dei parchi territoriali, dei corsi fluviali. Quindi il piano a livello territoriale deve precedere quello a livello comunale e deve prevedere le modifiche che quest'ultimo attuerà in futuro (es. circonvallazione Palermo che passa in mezzo alla città…).

Contenuti e struttura
Sistema di piani urbanistici gerarchicamente dipendenti:
1. Piani territoriali di coordinamento (regionali): piani di indirizzo e coordinamento dell'attività urbanistica in determinati punti del territorio.
2. Piani regolatori intercomunali: Sistemazione urbanistica di più comuni con particolari caratteristiche di sviluppo (piccoli centri che si associano: è inutile che facciano un solo piccolo piano ciascuno).
3. Piani regolatori generali (comunali): assetto e sviluppo urbanistico di un territorio comunale.
4. Piani particolareggiati (infracomunali/attuativi): Precisazioni e direttiva di attuazione del PRG in limitate parti del territorio comunale.

Che differenza c'è fra piano particolareggiato e piano di lottizzazione?

Il piano particolareggiato è di iniziativa pubblica, mentre quello di lottizzazione di iniziativa privata. Ciò non toglie che in un piano particolareggiato si possano realizzare opere private, l'importante è che l'INIZIATIVA sia pubblica e comunque ci devono essere dei requisiti obbligatori d'iniziativa pubblica all'interno del piano (esempio campi sportivi).
Per entrambe le iniziative è necessario un ITER PROCEDURALE molto complesso e lungo.

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