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Definizioni e concetti di base


L’economia dell’innovazione come disciplina

Articoli di scienze sociali con la parola “innovation” nel titolo, 1956-2006 (% di tutti gli articoli di scienze sociali).
Alle origini degli studi:
• 1948: Rand Corporation: ricerca negli USA allo scopo di programmazione militare, periodo guerra fredda, studio dei fattori di successo dell’innovazione: Nelson, Winter, Schmookler, Arrow
• 1965: Nel Regno Unito Science Policy Research Unit: approccio multidisciplinare allo studio dei processi innovativi => Freeman, Dosi, Soete. Da qui è nata una rivista: la Research Policy esistente tuttora.


La disciplina è frequentata comunque in modo prioritario dall’economica, seguiti da geografi, sociologi, psicologi, ingegneri e così via che pensano a politiche legate ad innovazione, crescita e sviluppo.

Oggi come oggi è l’Europa che si occupa maggiormente di ricerca sull’innovazione, seguita da Nord America e poi le altre.

Concetti e definizioni:

• Scienza: tipo di sapere non finalizzato, nuova conoscenza creata in modo sganciato da una finalità specifica. È un bene pubblico (lago, mare, luce solare), non rivale, non escludibile. Lo scienziato punta alla fama, reputazione gloria. Il profitto è un profilo secondario.

• Tecnologia: Conoscenza finalizzata a soluzioni utili e obiettivi specifici; bene privato. Si vuole trarne vantaggio/beneficio quindi segretezza e brevetti. Si punta al profitto e alle quote di mercato. È orientata al prodotto.

• Invenzione: Secondo Schumpeter è una nuova idea, un nuovo prodotto, una scoperta che non necessariamente viene diffusa o ha un successo commerciale. È la concezione di una cosa nuova. Amplia lo stock di conoscenza tecnologica esistente. Ha caratteristiche tecnologiche ma è separata dal processo di fusione sul mercato. Può avvenire in qualunque luogo o contesto (svincolata da un contesto operativo collettivo) e non implica necessariamente una innovazione.

• Innovazione: Introduzione nell’uso e sfruttamento commerciale dell’invenzione. Richiede conoscenze articolate: mercati, produzione e risorse. Richiede interazione con altri individui. È condizionata da mercati, politiche pubbliche e istituzioni ed ha carattere economico e sociale. Ha dimensione collettiva, perché per produrlo e distribuirlo non puoi farlo da solo ma dipende dalla tua collaborazione con altri.
Esempio: OGM, pesticida, pratiche di fecondazione utero in affitto

OECD, Oslo Manual, 2018
“An innovation is a new or improved product or process (or combination thereof) that differs significantly from the unit’s previous products or processes and that as been made available to potential users (product) or brought into use by the unit (process)”

Fino al 2017 l’OCSE distingueva 4 tipi di innovazione:
1. Di prodotto
2. Di processo

3. Organizzativa: aspetti gestionali dell’impresa
4. Di marketing: come presenti il prodotto, come lo vuoi confezionare, come lo presenti al pubblico

In seguito l’OCSE dal 2018 ha compresso questi tipi di innovazione mantenendo solo l’innovazione di prodotto e l’innovazione di processo (business process), anche per semplificare la rilevazione.

Tratto da ECONOMIA DELL'INNOVAZIONE di Mattia Fontana
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