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MODELLI ANIMALI

MODELLI ANIMALI


Modelli di topi transgenici sono un approccio importante nello studio dei disturbi dell'uomo.

Anche se non è possibile racchiudere un disturbo psichiatrico intero in un unico modello del topo, questi possono essere estremamente utili nel sezionare il ruolo specifico di un gene o una regione del cervello in un particolare comportamento anomalo.

Non tutto si può studiare sull'animale. Possiamo studiare solo alcuni aspetti di disturbi umani in modelli animali; molti dei sintomi per stabilire diagnosi psichiatriche negli esseri umani (per esempio, allucinazioni, deliri, tristezza e senso di colpa) non possono essere sufficientemente accertati negli animali.

Anche quando ci sono sintomi umani correlati con quelli degli animali (es.: comportamento sociale, la motivazione, la memoria di lavoro, memoria a lungo termine, l'emozione e la funzione esecutiva), la corrispondenza può essere solo approssimativa.

Un modello buono deve rispondere allo scopo, deve essere derivato a partire da agenti che sono causa dello sviluppo del disturbo (essere causa/fattore di rischio), deve riprodurre in maniera convincente la patologia a livello comportamentale e neuronale.devo ottenere gli stessi sintomi.

Criteri per giudicare se un modello particolare di malattia è abbastanza buono da giustificare ulteriori investimenti -> tre tipi di validità:

1) Validità di COSTRUTTO: ricreare il processo patogenico evidente nell'uomo ricreando la causa.
“Knock in”: infilare la mutazione del genoma. Purtroppo ci sono pochi geni responsabili dei disturbi cognitivi e comportamentali (Sindrome di X-fragile e Sindrome di Rett) -> replicare le caratteristiche neurologiche e comportamentali della malattia.
Oltre alla manipolazione genetica, un modello di malattia può essere generato alterando l'espressione o la funzione di particolari proteine, percorsi biochimici o i circuiti neurali che vengono ipotizzati essere coinvolti nella patogenesi della malattia.
C'è un abisso importante tra affermare che l'alterazione di alcuni percorsi biochimici regolino il comportamento e la pretesa che questi modellino un particolare disturbo umano, con implicazioni utili per la fisiopatologia o sviluppo del trattamento.

2) Validità di FACCIATA: indica che un modello riassume caratteristiche anatomiche, biochimiche, neuropatologiche o comportamentali di una malattia umana.

3) Validità PREDITTIVA: il modello animale risponde ai farmaci come l'uomo

Approcci per costruire modelli animali di disturbi neuropsichiatrici: genetici, farmacologici, ambientali.

Più recentemente, deficit cognitivi caratteristici della schizofrenia (che riguardano la corteccia pre-frontale) sono stati utilizzati per valutare modelli animali.
Sebbene deficit di attenzione, memoria di lavoro e della funzione esecutiva non sono individualmente specifici per la schizofrenia, sono caratteristiche importanti e invalidanti del disturbo; quindi i modelli animali che riproducono tali sintomi hanno validità di facciata.

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