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Il medioevo ellenico (XIII - VIII secolo, l’ETÀ DEL FERRO)

Il medioevo ellenico (XIII - VIII secolo, l’ETÀ DEL FERRO)

Diversamente dal Vicino Oriente, nel quale il sottobosco era così evoluto che la morte di una civiltà significava solo la nascita di un'altra, in Grecia il crollo degli staterelli micenei (o Achei se si preferisce), segnò il passaggio ad una fese ritenuta ‘oscura’ e detta per questo Medioevo ellenico. Durante questo periodo, che durò approssimativamente dal 1200-1100 all’800 circa, il livello di civiltà si contrasse notevolmente. I grandi centri urbani come Micene, Tirinto, Pilo non furono più ricostruiti perché la loro funzione politica, ora che i regni accentrati dei quali erano le capitali risultavano disgregati, non era più necessaria. L’economia si restrinse fino a volgersi all’autoconsumo e il volume del commercio divenne minimo. Tutto si riorganizzò a livello locale: di villaggio o di piccola città dedita al suo contado agricolo. La scrittura, non più necessaria in un ambiente di piccoli centri agricoli, scompare completamente. Era il Medioevo ellenico.
Durante tutto questo periodo si consumò il processo di insediamento al potere dei nuovi conquistatori: i barbari. Ad essi la tradizione greca ha dato il nome di Dori ed è probabile che fossero effetti-vamente questi. Essi conquistarono il potere in quasi tutta la Grecia (salvo l’Attica e altre poche zone che riuscirono ad oppor-visi con successo); diversamente dagli Achei però, i Dori furono una minoranza conquistatrice molto più chiusa e impiegarono un tempo di alcuni secoli prima di amalgamarsi con la popolazione locale. Fino alla fine di questo processo continuarono ad essere perlopiù malvisti dalla popolazione greca e ciò rafforzò quel processo di migrazione dei greci continentali verso le isole e la costa anatolica, che, iniziato già alcuni tempi prima, si fece nel corso della conquista dorica così inteso da essere definito prima colonizzazione greca. Il risultato di questi vasti sommovimenti di genti che interessarono tutta la durata del Medioevo ellenico fino a circa il IX secolo (900-800 a.C.), fu la definizione nell’area greca di tre gruppi etnici principali: Ioni, Eoli e Dori, parlanti tre dialetti diversi della stessa lingua.

ASPETTI STORICO-EVOLUTIVI

Come detto il Medioevo ellenico fu un periodo di involuzione dal punto di vista della civiltà; la sola scomparsa della scrittura sarebbe sufficiente a suffragare questa affermazione. Tuttavia il medioevo fu anche un periodo di evoluzione, un processo che seppure cominciato imbarbarendo la Grecia, l’avrebbe portata a sviluppare una civiltà propria, particolare e diversa rispetto a quelle che continuavano a succedersi nel Vicino Oriente. In un certo senso questo periodo fu la fucina della civiltà occidentale, se è vero che essa nacque con i greci. La caduta degli staterelli Achei-Micenei, avrebbe difatti condotto alla formazione di quel particolarissimo sistema economico-sociale-politico che è stata la Polis, la quale fu la base della storia e della filosofia greche. 
I nuovi conquistatori sconvolsero infatti le strutture politiche dell’età micenea. Nel nuovo contesto ristretto dei villaggi e delle piccole città, andò aumentando la forza dell’aristocrazia che deteneva la terra e che la faceva lavorare da una folta classe di braccianti e schiavi; accanto ad essa c’era il Consiglio degli Anziani, che affrontava le questioni comuni e regolava il diritto alla vendetta privata; infine, l’Assemblea di tutti i cittadini liberi, senza potere alcuno ma in grado di esercitare una certa forza politica. Tutto ciò mentre la monarchia centralizzata, non più sostenibile nel nuovo contesto rimpicciolito, andava velocemente scomparendo dappertutto. La Grecia medioevale andava dunque delineandosi sempre più verso quelle forme che la avrebbero caratterizzata in Età classica. L’arrivo dei Dori segnò anche un altro importantissimo passaggio: quello dall’età del bronzo all’età del ferro. In conclusione il Medioevo fu effettivamente un periodo oscuro, ma fu essenziale affinché si costituissero le condizioni che avrebbero dato vita alla struttura sociale delle polis, senza le quali la civiltà greca non sarebbe stata ciò che è stata, e così, di conseguenza, anche la civiltà occidentale. 

I POEMI OMERICI, i MITI e la RELIGIONE

Il Medioevo è anche il periodo nel quale i cantori itineranti (aedi o rapsodi) misero assieme quel complesso di racconti (riferiti all’età precedente) che sono l’Iliade e l’Odissea. Al pari della guerra di Troia al tempo degli Achei, le opere di Omero contribuirono a formare la coscienza nazionale greca durante il periodo medioevale. Inoltre Essi ci forniscono importanti informazioni sulla società e la cultura del periodo, come il valore sacro dell’ospitalità, la mancanza di una casta sacerdotale (particolarità unica della Grecia rispetto al Vicino Oriente), la presenza di un panteon molto ampio e il carattere antropomorfo delle divinità, dotate di pregi e difetti al pari dei comuni mortali e altrettanto soggette alle passioni. 

Tratto da STORIA DELLA GRECIA ANTICA di Lorenzo Possamai
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